Fabia pretende delle scuse ufficiali da parte della “sua” scuola, un gesto concreto e doveroso verso i bambini prima di tutto. “Quello che è successo è inaccettabile. Un’offesa imperdonabile ai bambini e alle loro famiglie: ai piccoli, soprattutto… loro meritano quanto meno delle scuse”.
Bambini nei confronti dei quali “noi” grandi abbiamo fatto una figura brutta a dir poco, abbiamo offerto un esempio pessimo. “Voglio riportarvi quello che è successo il 12 giugno presso la Scuola per l’Infanzia FISM Angelica di Chievo” ci ha scritto Fabia. “La scuola ha organizzato una piccola festa per il tradizionale saluto dei remigini: un momento emozionante per tutta la famiglia, in cui i bambini fanno il “salto” verso la scuola dei grandi”.
Mamma di due bambini, il piccolo protagonista della festa e il grande che ha concluso la IV elementare, Fabia, col marito e i figli si è presentata all’orario stabilito davanti l’ingresso della scuola. Ad accoglierli la coordinatrice ed una collaboratrice, che effettua la misurazione della temperatura del piccolo, quindi dei genitori: tutto regolare.
“A quel punto mi accorgo dello sguardo interrogativo della coordinatrice, che indicando con gli occhi il mio primogenito mi chiede: ”Ma lui è un frequentante?” Alla mia ovvia risposta negativa, data l’età del bambino, la stessa mi comunica che LUI, un minore appartenente al nucleo familiare, NON PUO’ ENTRARE”.
Facile intuire la reazione allibita della mamma e la sua comprensibile richiesta di delucidazioni. Le spiegazioni? “Queste sono le direttive (di chi?): abbiamo specificato nella mail di invito che avrebbero potuto accedere SOLO I GENITORI ED I FIGLI FREQUENTANTI”. Sempre più costernata, Fabia chiede giustamente una conferma: davvero si sarebbero presi la responsabilità di lasciare dei minori fuori da una scuola?
“La persona che spalleggiava la coordinatrice in questa paradossale discussione“ continua Fabia – “si propone di sorvegliare lei stessa il bambino pur di non permettergli di accedere (questo è un punto fondamentale) all’ampio giardino ESTERNO alla scuola, in una condizione di totale sicurezza, anche perché fornito come tutti di mascherina e, aggiungo, in un periodo in cui il Veneto è già passato in zona bianca, per grande fortuna, scrupolo e merito anche di bambini come il mio che rispettano diligentemente le regole”.
Incredula, la mamma chiede nuovamente la possibilità di ottenere un’eccezione e alla risposta, un altro categorico NO, prende i bimbi per mano e, con grande dispiacere del più piccolo, torna a casa. Ma non solo del più piccolo. Perché il grande, quella sera, ha subito espresso il suo rammarico ma soprattutto un ingiusto senso di colpa, dicendo alla mamma: “Scusa, è stata colpa mia”.