“Dobbiamo fare il possibile per tenere le scuole aperte”. Alzi la mano chi non l’ha mai sentita, ‘sta frase. Detta da tutti, da destra o da sinistra, da Salvini alla tanto bistrattata (forse troppo) ministra Azzolina. Bene, il risultato lo sapete tutti, scuola chiuse, torna la didattica a distanza, che, va detto, è la “morte della scuola”. O la “non scuola”, scegliete la definizione migliore.
Un fallimento su tutta la linea, certo, mica solo per la scuola. “Ma i ragazzi vanno tutelati, sono il nostro futuro”, altra frase cult di questo anno di passione. E li tuteliamo sì, i ragazzi. Così come tuteliamo le loro famiglie. Dove almeno un genitore sarà costretto a chiedere il “congedo parentale” e si dovrà sorbire la didattica a distanza. Perchè, non saremo così sciocchi da pensare che la DAD serva davvero ai bambini… Macchè, la didattica a distanza serve ai genitori, o ai nonni, per ripassare storia e scienze, matematica e geografia. Quando sarà finita (ma sarà mai finita?) avremo nonni e genitori istruiti ma ragazzi purtroppo ignoranti. Che avranno perso anni imperdibili, amicizie, sentimenti, gioia, speranze, allegria. Scuola virtuale, ma fallimento reale.