Nella lista delle riaperture dopo Pasqua la scuola non c’è. E se, come sembra più probabile, non ci saranno le condizioni per tornare in aule entro il 18 maggio l’esame di maturità si ridurrà solo a una prova orale in “modalità remoto”. Per tutti gli altri il ritorno dietro ai banchi sarà rimandato direttamente al nuovo anno scolastico. L’esame di scuola media non si svolgerà proprio. E chi doveva recuperare i crediti formativi delle medie, così come i rimandati a settembre delle superiori, si risparmieranno gli esami di riparazione frequentando corsi di recupero durante il prossimo anno scolastico.
NIENTE BOCCIATI. In sostanza non ci saranno bocciati o rimandati. Le proposte Il provvedimento su «esami di Stato e valutazione dell’anno scolastico in corso» lo ha messo a punto il Ministero dell’Istruzione e sarà approvato dal Consiglio dei ministri. Perché al governo che pensa a far ripartire un po’ di attività produttive, gli esperti del Comitato tecnico-scientifico lo hanno detto chiaro e tondo: «Troppo pericoloso, le scuole sono formidabili centri di aggregazione e sia i bambini che i ragazzi da asintomatici fanno da volano al virus».
NESSUNA FORZATURA. Del resto, nell’Esecutivo così come tra le forze politiche in pochi pensano a forzare la mano agli scienziati. Alcuni possibilisti, altri meno. Come Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, che pianta subito paletti stringenti. «Potremmo pensare di allentare un po’ la presa quando l’indice di contagiosità, il famoso R0, sarà sceso sotto uno, ma oggi la curva epidemica non sembra ancora scendere al punto che noi vorremmo».
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parlando anche a nome dei suoi a Conte lo ha detto, «va bene avviare gradualmente una ripresa, ma solo con il via libera del Comitato di esperti. Non possiamo assumerci la responsabilità di una decisione che ci potrebbe riportare al punto di partenza». E sul fronte Pd, Beatrice Lorenzin, responsabile del forum salute del partito, lancia un’idea: «Vanno bene le riaperture se ce lo dicono gli esperti, ma parallelamente dobbiamo costituire una squadra di pompieri pronti a spegnere qualsiasi nuovo focolaio. Per questo dobbiamo rinforzare gli uffici di igiene delle Asl e affidare la strategia di riapertura delle attività ad una Agenzia per la lotta alle epidemie che sia composta da esperti ed espo
Intanto, i super-esperti del Cts hanno elaborato la strategia legata ai test sierologici, che dovranno aiutarci a capire quanto è circolato il virus nelle diverse aree del Paese in base al numero degli asintomatici “silenti” che risulteranno aver sviluppato gli anticorpi.
Per settembre il problema “classi pollaio”
Il ministro ha parlato anche degli esami di terza media: “L’esame di terza media si farà comunque”, sia che le scuole riaprano sia che restino chiuse per l’emergenza coronavirus. Se la scuola non dovesse riaprire, “gli studenti presenteranno un elaborato e ci sarà lo scrutinio finale. L’esame comunque si farà”.
Quanto al ritorno in classe la ministra dell’Istruzione ha spiegato: “Ho il compito di tutelare gli studenti e garantire alle famiglie che finchè non ci sarà sicurezza per tornare a scuola non torneranno in classe, ma ho anche il dovere di pensare a degli scenari per far sì che gli studenti continuino a lavorare. Il mio compito è valutare vari scenari”.
“E’ previsto un piano per riprendere le scuole in modalità in distanza se si riproponesse il problema virus anche in autunno?” ha chiesto Fazio. “E’ uno degli scenari a cui stiamo pensando”, ha risposto Lucia Azzolina. “Penso al problema atavico alle classi pollaio in cui è difficile tenere il metro di distanza. Con lo staff del Ministero lavoreiamo a tutti gli scenari. Ma a scuola, a maggio o a settembre, si tornerà solo se ci saranno le condizioni idonee per studenti, insegnanti e personale non docente”.