Anche a settembre, scuola on line? No, grazie. Se lo chiedete a cento insegnanti, vi risponderanno cento “no, grazie”. Anche se l’ipotesi, per ora, resta in piedi, nessuno ci vuole credere, nè, è pensabile, debba essere una strada percorribile. Perchè un conto è la scuola on line in piena emergenza, com’è stato finora. Tutta un’altra storia sarebbe riprendere a settembre, senza aver trovato un’alternativa. Perchè,diciamolo, un’alternativa ci deve essere. Classi pollaio? E dividiamole. Mancanza di personale? Assumiamo. Non si può umanamente pensare di ricominciare, soprattutto con i piccoli, con le lezioni on line.Ve l’immaginate,i bimbi di prima elementare, già confusi per un cambio comunque epocale, seguire al pc le lezioni di insegnanti che non hanno mai visto?
Passi per le superiori o per gli studenti universitari, ma dalle medie in giù, almeno, il rapporto umano diventa assolutamente imprescindibile.
E poi, altro particolare non trascurabile. Oggi, tutto è stato possibile grazie ai genitori, a casa dal lavoro, quindi in grado di badare ai bimbi, se non di aiutarli nei compiti assegnati. Ma a settembre, quanti genitori saranno ancora a casa? E come farebbero i bambini ? I nonni, dite? E se non ci sono o sono lontani? Ce n’è quanto basta (aldi làdell’aspetto puramente didattico, sia chiaro) per pensare che la ministra Azzolina e i suoi consiglieri debbano assolutamente trovare una soluzione. Certo, non è facile, ci mancherebbe. Ma, anche questo va detto, ci sono momenti e scelte che spettano a un politico, del resto eletto per questo.
Non è facile, certo. Ma ci sono almeno tre mesi per trovare una via d’uscita, non tre giorni. Tre mesi per garantire ai piccoli che escono dalle scuole materne il diritto (e la felicità) di indossare il grembiulino e di festeggiare il primo giorno di scuola. O vogliamo togliere loro questa straordinaria felicità?