Scuola, a 20 giorni dall’inizio “navighiamo ancora a vista” Che succederà con un alunno positivo? Tutti in quarantena

In caso di contagio da Coronavirus a scuola, ci sarà una quarantena preventiva. Il ritorno sui banchi previsto per settembre preoccupa genitori, alunni e personale scolastico, troppi i dubbi e poche le certezze in merito alla sicurezza negli atenei. Cosa succede qualora una classe venga messa in quarantena? Non ci sono ancora regolamentazioni in merito, non si sa quindi se i ragazzi a casa potranno usufruire della famosa didattica a distanza. Nelle linee guida su questa metodologia di insegnamento, pubblicate a fine luglio 2020, se ne consente l’utilizzo nelle scuole superiori insieme e a sostituzione alle lezioni in presenza.

L’argomento però è abbastanza generico e riguarda anche elementari oltre che medie, ma non cita la quarantena scolastica.

Nel testo, infatti, si cita l’applicazione della didattica online in caso di lockdown, ovvero se le scuole dovessero subire un’ulteriore chiusura con provvedimento dell’autorità sanitaria, che riguardi la città o la Regione.Se ad ammalarsi dovessero essere supplenti o insegnanti, non c’è modo per loro di sostenere lezioni a distanza. Vige quindi la malattia come da contratto e i presidi dovranno trovare dei sostituti per le classi in presenza. “Serve però una norma contrattuale che precisi queste situazioni, altrimenti ci potrebbero essere casi controversi. Noi vogliamo che si regoli questa materia perché non ci siano incertezze“, ha detto Maddalena Gissi, segretario della Cisl scuola.

Sulla stessa linea di pensiero anche il presidente dell’Anp Lazio, Mario Rusconi: “Se la materia non viene regolata, c’è la possibilità che i professori si rifiutino di attivare la didattica a distanza in caso di isolamento preventivo per un contagio in classe. Occorre essere precisi su questo punto”.Il protocollo di sicurezza mira non solo a tutelare la riapertura della scuola, ma soprattutto a evitare che gli istituti possano esseri chiusi di nuovo. In ogni scuola ci sarà il cosiddetto referente Covid-19, che sarà l’anello di congiunzione con le Asl e avrà la formazione più adeguata sulle procedure da seguire.
Insomma, a 20 giorni dall’inizio indicato, 14 settembre, si brancola ancora nel buio. Come finirà?