“Dal punto di vista sanitario, tutto è pronto in Veneto per la riapertura delle scuole per il 14 settembre prossimo, data che rimane confermata, salvo improbabili e imprevedibili modifiche peggiorative della situazione, al momento inesistenti”.
Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto che, affiancato dall’Assessore alla Sanità, ha fatto il punto della situazione nel corso del consueto incontro con la stampa per gli aggiornamenti sulle iniziative in corso in materia di Covid-19.
“Su questo abbiamo avuto stamattina una lunga videoconferenza con i direttori generali – ha rivelato il Governatore – ai quali abbiamo chiesto la massima attenzione e rigore nell’applicare le indicazioni ricevute. Inizia una nuova avventura – ha aggiunto – e nulla va lasciato al caso, fin dai minimi particolari, per dare ai nostri ragazzi e alle loro famiglie sicurezza e tranquillità”.
Le linee guida sono state illustrate dall’Assessore alla Sanità, che ha tenuto a precisare che “si tratta di realizzare i contenuti di un’azione complessiva messi a punto dall’Istituto Superiore di Sanità. Faremo al meglio tutto ciò che c’è da fare. Si tenga presente – ha ricordato – che in Veneto si applicano da tempo le linee guida specifiche per la fascia da 0 a 6 anni. In questo caso invece stiamo parlando delle fasce d’età in età scolare, e solamente riguardo agli aspetti di tipo sanitario collegati al ritorno a scuola”.
Al proposito, la Direzione Prevenzione della Regione ha inviato a tutto il sistema sanitario veneto, al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, agli Assessori e ai dirigenti regionali competenti, i documenti concordati a livello nazionale tra Stato e Regioni, accompagnandoli con una serie di importanti specificazioni e con una flow chart.
Si parte dall’importanza di una comunicazione tempestiva ed efficace tra i Dipartimenti di Prevenzione e il Sistema Educativo e dall’identificazione nell’ambito del sistema sanitario di figure professionali referenti Covid 19 per la scuola che, in collegamento con i medici curanti di bambini e studenti (Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta), facciano da riferimento diretto con il dirigente scolastico o un suo incaricato.
In linea generale, il bambino (o l’operatore) che presentano sintomatologia sospetta per Covid 19 durante la presenza a scuola, dovranno essere allontanati dalla classe e fatti permanere in altro ambiente indossando la mascherina chirurgica. I bimbi attenderanno in questo modo l’arrivo dei genitori e il caso dovrà essere preso in carico dal Pediatra di Libera Scelta o dal Medico di Medicina Generale per la valutazione clinica, il test diagnostico e la successiva eventuale presa in carico dal sistema di assistenza e cura.
Per la riammissione a scuola o in servizio, si procederà così:
Per i casi Covid confermati con esito positivo del tampone, si attende la guarigione clinica e la conferma di avvenuta guarigione con l’effettuazione di due tamponi risultati negativi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, con attestazione rilasciata dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta.
Per i casi con sintomi sospetti ed esito negativo del tampone, si attende la guarigione clinica seguendo le indicazioni del medico curante che redigerà, per il rientro a scuola, un’attestazione di conclusione del percorso diagnostico terapeutico raccomandato.
Per i casi in cui lo studente è assente per condizioni cliniche non sospette per Covid, per la riammissione a scuole i genitori dovranno presentare una specifica autocertificazione. La ricerca dei contatti e le eventuali disposizioni di quarantena saranno avviate a partire dalla conferma del caso (tampone positivo), in accordo con quanto previsto a livello nazionale. Il Dipartimento di Prevenzione competente valuterà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni, in considerazione della situazione specifica e delle misure preventive adottate dal servizio in cui si è verificato il caso.
Durante il punto Covid a Marghera, il Presidente della Regione ha anche annunciato uno stanziamento regionale di 8 milioni di euro, che serviranno per far fronte alle prime spese per rafforzare i sistemi di trasporto (rivolgendosi anche al settore privato) rispondendo alla riduzione del 20% dei posti utilizzabili sui mezzi in servizio (fissata all’80’% della capienza).