Schiaffo a Zaia Bocciato l’emendamento della Lega in commissione al Senato: No al terzo mandato. E ora che cosa succede nel Veneto? Salvini lo vuole candidare in Europa per recuperare voti, ma lui non ci sta. E per la presidenza sarà duello tra FdI e Forza Italia.

LUCA ZAIA, PRESIDENTE REGIONE VENETO

E ora nel Veneto che succede? E’ la domanda che ieri pomeriggio circolava con insistenza negli ambienti politici in vista delle Europee e delle Regionali dopo l’esito del voto al Senato. Infatti è stato respinto l’emendamento della Lega al decreto legge elezioni sul terzo mandato per i governatori delle regioni. In commissione Affari costituzionali, dove il provvedimento è all’esame, si sono espressi contro la proposta di modifica leghista, Fratelli d’Italia e Forza Italia sostenuti da Noi moderati, Pd, M5S, Avs. A sostegno della Lega ha votato solo Italia Viva, mentre Azione non ha partecipato al voto. In tutto ci sono stati 4 voti favorevoli, 16 contrari, un’astensione.
Un no netto che certifica almeno per ora che per il governatore veneto Luca Zaia e per la Lega il fine mandato sarà un capolinea vero e proprio. La Regione diventerà una contesa tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Anche se il Carroccio non molla come dichiara il senatore leghista Paolo Tosato.
“Nonostante il voto contrario della commissione Affari costituzionali in Senato sull’emendamento per il terzo mandato dei governatori di Regione per noi la partita non è chiusa -afferma-. Continuiamo a ritenere che la scelta o la bocciatura di un rappresentante del popolo, ad ogni livello, debba passare dal voto dei cittadini e non da una decisione dei partiti. Uno, due, tre, quattro mandati. Qual è il criterio oggettivo per stabilire quale sia la scelta giusta? Nessuno. Noi ci fidiamo dell’unico giudizio che conta in democrazia: il voto popolare. In particolare in Veneto, siamo convinti che anche gli elettori di Fratelli d’Italia e Forza Italia siano con noi. È un peccato che i vertici dei loro partiti abbiano detto no ad un nuovo mandato per Luca Zaia”.
E allora cosa farà la Lega? “Ripresenteremo le nostre proposte e cercheremo di convincere i nostri alleati di maggioranza a rivedere le loro posizioni. Apprezziamo, infine, che il Governo non abbia espresso parere contrario al nostro emendamento” conclude il senatore della Lega Paolo Tosato, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.
Anche se il no al terzo mandato era ormai scontato e risaputo, il voto di oggi ha dato una ufficialità plastica che non può essere sottovalutata. A questo punto Zaia andrà tranquillamente fino a fine mandato, aspettando di vedere cosa accadrà attorno a lui. Per esempio, non ha alcuna intenzione di andare in lista per le Europee nonostante Salvini glielo stia chiedendo in tutti i modi, terrorizzato da un calo di consensi al partito che solo la candidatura di Zaia potrebbe contrastare, visto che il governatore ha un bacino di voti enorme. Ma Zaia non ha alcuna intenzione di andare in Europa per vari motivi. Il primo è che dovrebbe lanciarsi in una forte campagna elettorale durante l’ultimo anno di mandato e invece non vuole distrarsi dal Veneto. Il secondo è che se eletto, non conterebbe nulla…

Zaia, no alle europee. Forse sì a Venezia

Infatti in base a proiezioni e sondaggi, in Europa tornerà ampiamente una maggioranza Ursula che farà a meno del gruppo Identità e Democrazia di estrema destra cui appartiene la Lega di Salvini. E lo stesso Salvini ha criticato duramente la Von der Leyen affermando che non la voterebbe mai.
Solo che nelle logiche del Parlamento europeo o sei in maggioranza o non tocchi palla e per Zaia non è una prospettiva allettante andare a Bruxelles per fare lo spettatore di minoranza.
E allora cosa farà? Era trapelato nei giorni scorsi che il suo entourage avesse commissionato un sondaggio per capire se il nome di Zaia fosse gradito come sindaco di Venezia dal momento che nel 2025 scadrà anche Brugnaro che non potrà essere rieletto. E il gradimento per Zaia sindaco di Venezia sarebbe ampio.
Sarà questo il futuro di Zaia in laguna?
Sicuramente è prematuro confermarlo ma anche escluderlo. L’ipotesi resta sul tavolo.
Quello che invece si sta già registrando per certo è la frana dei leghisti zaiani verso altri lidi, dal momento che senza Zaia la Lega è destinata a ridimensionarsi fortemente. E a ridurre i posti in Consiglio regionale.
Molti si stanno rivolgendo, come già hanno fatto altri, alla segreteria veneta di Forza Italia, guidata dall’ex assessore alla sanità ed ex sindaco di Verona Flavio Tosi, parlamentare azzurro e vicepresidente della commissione Trasporti. Il “libera tutti” nelle file leghiste andrà a vantaggio anche di Fratelli d’Italia che potrebbe fare qualche acquisto.
Di sicuro, considerati questi scenari, la partita per le regionali sembra un duello tra Fratelli d’Italia e Forza Italia: la Lega ha già la guida di Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia.
E prima delle regionali si voterà per le Europee: nel caso in cui, come dicono i sondaggi, avvenisse il sorpasso di Forza Italia ai danni della Lega di Salvini, a maggior ragione il partito fondato da Berlusconi potrebbe reclamare la presidenza della Regione. Presidenza che però vuole Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni in primis, perché il suo partito non ha alcuna regione del Nord.
Ma chi metterebbe in campo? Gli osservatori dei vari partiti sono convinti che quella di De Carlo, senatore e sindaco di Calalzo, sia una candidatura di facciata per Fratelli d’Italia. IL vero nome che uscirà allo scoperto solo più avanti per evidenti ragioni di opportunità sarebbe quello del ministro per le attività produttive e il Made in Italy Adolfo Urso.
Per Forza Italia, il ministro Tajani, segretario nazionale, ha già fatto il nome proprio di Tosi come candidato alla guida del Veneto. Un altro bel duello, il cui punto di caduta potrebbe essere il nome di un grande industriale: quello di Matteo Zoppas, attuale presidente dell’Ice, imprenditore giovane e stimato, la cui nomina viene effettuata di concerto tra il ministro delle attività produttive e il ministro degli Esteri. Cioè Urso e Tajani. Vale a dire Fratelli d’Italia e Forza Italia. E il cerchio si chiude.
Intanto, però, aspettiamo di capire le liste per le elezioni europee e di vedere soprattutto i risultati elettorali. A cominciare dalla Sardegna dove il centrodestra rischia molto. Ogni giorno può riservare sorprese.
mbatt