“Abbiamo deciso di introdurre il mandato zero” ha spiegato in un esilarante video-tutorial Giggino Di Maio. “Che cos’è il mandato zero? È un mandato che non conta nella regola dei due mandati, cioè è un mandato che non vale». Applausi. Il compianto Ugo Tognazzi nel ruolo del Conte Mascetti di “Amici Miei” non avrebbe saputo fare di meglio. “Prematurata la super-cazzola o scherziamo?”. Cambiando genere cinematografico, le parole del capo grillino fanno venire in mente anche il celebre “Prima regola del Fight Club, non parlare mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club, non parlare mai del Fight Club”. Al “mandato zero” però, in modo molto più serio rispetto a Giggino – ci mancherebbe, e comunque basta poco – ci sta pensando anche il sindaco Federico Sboarina. Il quale durante la campagna elettorale che lo ha portato a Palazzo Barbieri aveva detto che non si sarebbe ricandidato, che dopo cinque anni sarebbe tornato a fare l’avvocato a tempo pieno, e invece a ricandidarsi per rimanere in municipio ancora ci sta pensando eccome. Il motivo del cambio di prospettiva è duplice: Sboarina ci sta prendendo gusto, legittimo, e la Lega – che in municipio detiene la golden share – per non farsi trovare impreparata quando finirà l’attuale mandato (dunque per non ritrovarsi nelle condizioni del 2017), nel frattempo ha deciso di investire su di lui. Non è stata certo casuale la presenza del sindaco sul palco della festa provinciale del Carroccio a Oppeano. Sboarina è sempre più allineato a Zaia. Sboarina ascolta il ministro Fontana. Sboarina segue Salvini. Sboarina, insomma, è sempre più lontano dalla fiamma tricolore di un tempo e sempre più vicino allo spadone di Alberto da Giussano. Se si votasse oggi sarebbe lui il candidato della Lega, ancor prima dell’assessore al Commercio Nicolò Zavarise, che pure resta tra la ristrettissima cerchia dei papabili. Tra i sicuri sfidanti Sboarina avrebbe l’ex sindaco Flavio Tosi il quale si vocifera a Palazzo che stia provando a farsi “portare”, come si dice nel gergo politico, da Fratelli d’Italia. La cosa filerebbe considerando che in occasione delle elezioni europee Tosi ha sostenuto il consigliere regionale Sergio Berlato (il cui approdo a Bruxelles è condizionato dall’attuazione della Brexit), il “re delle doppiette” fino all’altro ieri arci nemico del cacciatore Flavio. E però sembra alquanto difficile che la Meloni a Verona corra contro Salvini. Per ora, dunque, l’unica certezza è il “mandato zero” di Sboarina.
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