“Il blocco della realizzazione del filobus è il più grande e grave fallimento dell’Amministrazione Sboarina e di Verona dal dopoguerra. Un’onta indelebile che ha danneggiato concretamente le prospettive di sviluppo della città. Non essere riusciti a garantire a Verona un mezzo del trasporto rapido e di massa è un pessimo segnale anche per il buon nome della città. Una vera medaglia nera!”.
L’attacco del Pd, stavolta è senza sconti. D’Arienzo e Benini hanno firmato un documento molto duro.
“Eppure, i cattivi presagi erano noti. Nel 2018 in sede di richiesta dell’ultima modifica dell’Accordo procedimentale con la quale AMT ha chiesto l’autorizzazione su diverse varianti al progetto iniziale, erano più che conosciute le criticità che non avrebbero consentito all’infrastruttura di essere in esercizio entro il 31 gennaio 2022, data fissata e accettata per la fine dei lavori. Anzi, neanche un lamento si levò quando il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti chiese che quella data fosse “termine ultimo”. Un termine imperativo, come imperativa era la richiesta di assicurare al CIPE flussi costanti di informazioni per garantire il monitoraggio degli investimenti pubblici. Adesso, il rischio più concreto è quello di perdere il finanziamento statale di 85.651.280,53 euro, altro fallimento di Sboarina”.
Un attacco, al quale il sindaco replica con altrettanta forza.
“L’onta indelebile è del senatore D’Arienzo che ha, lui sì, la medaglia nera al collo. È vergognoso che un parlamentare, eletto con i voti dei veronesi, giochi contro i suoi stessi concittadini. Invece che darsi da fare in Parlamento per la sua città, fa di tutto per far perdere tempo. Il contributo statale alla filovia c’è, ma lui fa le interrogazioni per metterlo in dubbio, come unica azione sull’argomento nonostante sia in commissione trasporti da due anni. Lo fa da quando è sulla stessa linea politica del consigliere Tosi, con il quale cerca di fare alleanze per le prossime comunali, allargando quindi anche a una parte del Pd il gruppo di chi non vuole il bene di Verona”.
Sboarina non le manda certo a dire, l’argomento gli sta troppo a cuore. “Ho parlato più volte con il ministro De Micheli, trovando una grande collaborazione anche da parte dei suoi uffici tecnici. Quello che sta succedendo in questi giorni non è il blocco del progetto, ma la soluzione per chiudere i cantieri lasciati fermi dall’azienda incaricata da Tosi. I cantieri non finiti sono da settimane un grande disagio per i cittadini e commercianti, dovevamo stare in questo stallo? Amt ha invece pensato bene di trovare una soluzione per andare avanti. Questi sono i fatti che servono alla città, il resto sono chiacchiere”.