I soci di Save, la società che gestisce gli scali aeroportuali di Venezia e Treviso e che è azionista di quelli di Verona e Brescia, hanno approvato in assemblea il bilancio 2015, che vede ricavi per 166,4 milioni, un margine in crescita e un utile netto salito del 6,8% rispetto al 2014 a 29,2 milioni. «I risultati di bilancio attestano che il 2015 è stato un anno fortemente positivo per il gruppo Save, che conferma il suo ruolo di primo piano nell’ambito aeroportuale nazionale – ha dichiarato il presidente Enrico Marchi – Il sistema Venezia-Treviso, con oltre 11 milioni di passeggeri, in crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente, ha ulteriormente rafforzato la sua funzione di terzo sistema aeroportuale italiano, mentre il Polo degli aeroporti del Nord Est, costituito a fine 2014, ha iniziato ad operare in modo integrato portando il bilancio della Catullo in attivo». «Il 2105 è stato anche l’anno in cui sono iniziate due opere particolarmente importanti per l’aeroporto di Venezia, il moving walkway e la prima fase dell’ampliamento dell’aerostazione, che si sono aggiunte ad altre già in corso, e alle quali seguiranno nei prossimi anni tutti gli interventi previsti nel Master Plan 2021, che ha recentemente ottenuto la positiva valutazione di impatto ambientale – ha proseguito Marchi – In quest’ambito di sviluppo infrastrutturale, siamo particolarmente orgogliosi di avere sottoscritto con Rfi l’accordo per la progettazione del collegamento ferroviario al Marco Polo e della relativa stazione ferroviaria, opere fondamentali per un salto di qualità della mobilità del territorio». «Ancora una volta – ha concluso Marchi – il Gruppo SAVE ha dimostrato di essere in grado, anche in presenza di ingenti investimenti, di produrre ricchezza per i soci e per tutti gli stakeholder, lavorando per obiettivi condivisi e raggiunti grazie a un personale altamente qualificato, attestandosi così come una delle realtà più vivaci dell’area». Dai soci via libera anche alla proposta di dividendo, che vede cedole per 30 milioni, pari a 0,5421 euro pera azione. Dopo le dimissioni di Paolo Simioni dalla carica di consigliere e ad della società, arrivate lo scorso 15 marzo, l’assemblea ha preso atto che non sono state approvate proposte di integrazione del Consiglio ovvero di riduzione del numero di consiglieri e che il cda potrà pertanto provvedere successivamente alla cooptazione.