““Franco dà una potente spallata alle speranze di salvezza del Verona”. È questo il titolo che racchiude in un indelebile fermo immagine la sfida tra Verona e Torino, giocata al Bentegodi il 30 aprile 2002. Era la giornata numero ventinove di un campionato a due facce destinato a terminare con un’incredibile retrocessione in serie B. Dopo un girone di andata condotto a passo arrembante, tanto da coltivare giustificate ambizioni europee, la truppa gialloblù di Alberto Malesani cadde in una spirale negativa senza precedenti, mettendo in fila una sconfitta dietro l’altra.
ULTIMA SPIAGGIA. Quel giorno la sfida contro i granata era diventata quasi un’ultima spiaggia. L’Hellas, archiviata la cocente sconfitta nel derby con il Chievo della settimana prima, si era presentato in campo voglioso di immediato riscatto. A dir la verità, voci mai confermate, hanno raccontato negli anni di un fantomatico tacito accordo per convenire a un pareggio utile a entrambi. Qualcuno – non si sa bene chi – avrebbe, invece, rifiutato per lasciare spazio solo all’insindacabile voce del campo. Così fu, peccato che al novantesimo gli unici a festeggiare furono i tifosi granata mente lo sconfortato popolo gialloblù ancora non sapeva che la sua squadra del cuore avrebbe perso anche quattro delle successive cinque partite. Un trend che avrebbe sancito un tragico epilogo finale.
CARNEADE. L’attaccante uruguaiano Josè Maria Franco, pagato dal club piemontese la considerevole cifra di 14 miliardi di vecchie lire, in quel campionato mise a segno la miseria di tre gol e uno di questi fu proprio quello segnato contro l’Hellas. Su un rilancio della difesa granata, la retroguardia scaligera si trovò incredibilmente scoperta tanto da lasciare davanti a Franco una specie di autostrada a quattro corsie che il giocatore sudamericano non esitò a imboccare, vanamente inseguito da Zanchi e da un arrancante Oddo. In uscita, proteso alla disperata, ci provò pure Ferron ma l’intervento si rivelò vano.
BRIVIDI. A leggere i nomi di quella formazione vengono ancora oggi i brividi, solo a pensare come una rosa di giocatori così ben assortita possa essere precipitata in un buio tunnel senza uscita. Si parlò di stipendi non pagati, di giocatori in prestito senza oramai più stimoli, di gruppo spaccato e di tante altre cose. Tutti segreti o presunti tali rimasti senza conferma alcuna.
TORNA JURIC. Per fortuna oggi Verona-Torino è una sfida con ben altre aspettative. I gialloblù voglio superare il record di punti in serie A e la ghiotta occasione arriva nell’ultima partita al Bentegodi di questo campionato, contro i granata allenati dal quel simpatico “brontolone” di Ivan Juric, che l’anno scorso decise di abbandonare la nave gialloblù per andare in cerca – a suo dire – di ben altri progetti. La cosa importante, comunque, è che la cavalcata del “carneade” Franco rimanga solo un brutto e sbiadito ricordo.
Enrico Brigi