La partita di San Siro, ultimo atto della stagione regolare, si è rivelata serata da cardiopalma. Da cuori forti, ogni oltre più rosea aspettativa. La sfida contro i rossoneri si è giocata con l’orecchio fisso a ciò che succedeva a Roma tra la formazione di Mourinho e lo Spezia. Nell’arco dei novanta e oltre minuti di gioco i gialloblù, a differenza dei liguri, non sono mai stati nemmeno per un momento in A mentre in alcuni frangenti hanno avuto entrambi i piedi in B. Alla fine, quando tutto sembrava oramai perduto e la retrocessione dietro l’angolo, il rigore vincente di Dybala che ha regalato il successo alla Roma, ha rimesso tutto in discussione. Ora sarà spareggio. Di fronte ancora lo Spezia, come nel doppio confronto per la permanenza in B di sedici anni or sono.
CHI SALE. Sono poche le note liete che arrivano dalla serata milanese. Sugli scudi, senza dubbio, Marco Davide Faraoni. L’esterno gialloblù ha disputato la solita partita di sacrifico, garantendo un proficuo e costante supporto a Magnani nell’arginare le incursioni di Leâo, che solo nel finale ha trovato, purtroppo, le giocate vincenti. Faraoni ha avuto anche il grande merito di mettere in rete il pallone dell’illusorio pareggio, andando a chiudere di testa sul secondo palo l’intelligente assist di Darko Lazovic. Buona è stata anche la prestazione di Sulemana. Sul prato verde della “Scala” del calcio, per di più davanti a 70mila persone, il giocatore gialloblù, una volta trovate le giuste misure, ha cancellato ogni minimo timore reverenziale davanti ai più esperti avversari disputando una prova concreta e solida, intrisa di un’apprezzabile dose di personalità.
CHI SCENDE. In una gara sulla carta proibitiva, diversi sono coloro dai quali ci saremmo aspettati sicuramente di più. Le delusioni più cocenti arrivano da Ngonge, Tamèze e Djuric. L’attaccante ex Groningen, come successo altre volte, ha dato la sensazione di approcciare l’incontro con troppa sufficienza, cosa che lo porta a non sfruttare al meglio le indubbie qualità tecniche di cui dispone. Tamèze, nemmeno lontano parente del giocatore ammirato lo scorso campionato, sembra essere arrivato a fine corsa mentre Djuric, preso nella morsa di Thiaw e Tomori, ha trascorso una serata nel pieno anonimato, fino al meritato cambio. A non piacere, in particolare, è stato l’atteggiamento con il quale il Verona ha affrontato un incontro decisivo in chiave salvezza. La squadra ha mostrato un atteggiamento iniziale fin troppo rinunciatario, che la portava ad andare in difficoltà ogni qual volta il Milan decideva di accelerare. Le cose sono andate un pochino meglio nella ripresa, fino alla rete del pareggio di Faraoni. Nel finale, però, lo sforzo fin lì prodotto, è stato vanificato dalle due giocate di Leâo, dove non sono mancate le ennesime disattenzioni difensive. Ora, grazie alla vittoria ottenuta in rimonta dalla Roma, ci attende domenica prossima uno spareggio da dentro o fuori, per decidere chi andrà a fare compagnia a Sampdoria e Cremonese. Dopo quello del 2007, terminato come sappiamo, siamo di fronte a un nuovo appuntamento dalla posta in palio altissima. L’auspicio e la speranza, però, ora sono quelle di scrivere un finale completamente diverso.
Enrico Brigi