Alessandro Santo, giovane artista veronese, ha una pittura che si può definire mentale, spirituale, meditativa che dosa, con magistrale perizia, la plasticità delle tinte con tocchi leggeri e delicate velature, lavorando le tele con pochi colori a creare forme simili a orditi leggeri. Un nuovo tipo di astrazione, un girotondo iridescente di sensazioni, un personalissimo linguaggio fatto di allineamenti sciolti e ricomposti; una casualità libera da ogni legge a raggiungere equilibri cromatici, tensioni spaziali e atmosfere sospese. “Confini visibili e invisibili” è la mostra delle più recenti opere di Alessandro Santo che resterà aperta fino al 6 maggio nella sala espositiva del Polo Confortini.