Tra cielo azzurro e acqua verde, nell’incanto della Costa Smeralda. Cinque ragazzi seguiti dall’ospedale Santa Giuliana, la struttura veronese sulle Torricelle che si occupa della cura e della riabilitazione di persone con disturbi psichici, sono partiti in aereo per una esperienza speciale a Porto Pollo, nel Comune di Palau nel Nord della Sardegna. Qui trascorrono una settimana in una casa insieme allo psicologo Amedeo Bezzetto, responsabile dell’Area adolescenti di Santa Giuliana, e a un educatore e supportati da uno staff preparato. Oltre a sperimentare la vita di comunità, lontani dai genitori, con l’aiuto degli istruttori della scuola Fh Academy imparano uno sport entusiasmante, il kitesurf, per librarsi nell’aria, con venti nodi di vento, in mare aperto, su una tavola da surf.
Il progetto si chiama Flyin’Hearts e si basa sulla terapia del vento proposta ai ragazzi di Santa Giuliana dal 2015. A ogni campo partecipano cinque giovani tra i 14 e i 20 anni, maschi e femmine, tutti in trattamento a Santa Giuliana o ricoverati o frequentanti gli ambulatori o l’area diurna.
«Qui i ragazzi possono fare in sicurezza un’esperienza sportiva e di carattere psicologico, con sedute di rilassamento e di riflessione in un ambiente naturale magnifico», spiega Bezzetto. «E riattivano emozioni e pensieri stimolati da uno sport acrobatico come il kitesurf. È un trattamento intensivo attraverso un’esperienza guidata in un piccolo gruppo di comunità con una programmazione a tempo pieno che integra l’impegno sportivo e l’attivazione emotiva e psicologica. Il percorso in progressione mette alla prova le capacità fisiche e motorie del ragazzo sostenuto dalla relazione di gruppo e dal supporto psicologico. Ognuno vive il proprio cambiamento e può conoscere e superare i propri limiti emotivi, relazionali, fisico-sportivi. Scopre così una potenzialità personale che poi si può riportare nel contesto domestico per tornare a vivere meglio la propria adolescenza quando si torna a casa».
In sei anni sono circa quaranta gli adolescenti che hanno partecipato al progetto, suddivisi a gruppi di cinque per volta. «L’iniziativa è studiata dall’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano impegnata in una ricerca sull’efficacia della Wind therapy che», continua Bezzetto, «è una risposta alla domanda riabilitativa calibrata sui primitivi disturbi della personalità che si mostrano nei ragazzi con ritiro sociale e fallimenti scolastici, condotte impossibili, self-cutting estremo».
Il progetto è supportato dalla Flyin’ Hearts onlus che si occupa della parte organizzativa e di una raccolta fondi utile per rendere la quota di partecipazione più leggera per le famiglie