Sanno rendere l’ospedale un luogo a misura di bambino Grazie al progetto “Dash” l’associazione Abio Verona Odv ha iniziato la sua attività nel 2000 al Policlinico di Borgo Roma. Oggi sono presenti a Borgo Trento, al Fracastoro e al Magalini di Villafranca

Assicurare il “diritto al sorriso”, in ogni frangente. Come? Tramite 70 volontari che svolgono servizi nei reparti di Pediatria, Oncoematologia, Terapia Intensiva Pediatrica, Terapia intensiva Neonatale, Pronto Soccorso Pediatrico, in diversi ospedali di Verona. È così che agisce ABIO Verona OdV, Associazione per il Bambino in Ospedale. I volontari ABIO si occupano di sostenere e accogliere, in collaborazione con medici e operatori sanitari, bambini e famiglie che entrano in contatto con la struttura ospedaliera. Ci ha raccontato questa realtà, Lucia Di Palma, Presidente ABIO Verona ODV.
Come è nata la vostra realtà?
ABIO Verona OdV, grazie al progetto DASH Ospedale Amico, ha iniziato la sua attività a Verona nel 2000 presso il Policlinico G. B. Rossi – Borgo Roma, proseguendo poi negli anni successivi la sua azione in altri ospedali.
Qual è la mission dell’associazione?
La mission è promuovere l’umanizzazione dell’ospedale e sdrammatizzare l’impatto del bambino e della sua famiglia con le strutture sanitarie. In poche parole, rendere l’ospedale un luogo a misura di bambino.
Su quale territorio operate?
Attualmente siamo presenti nei reparti pediatrici ed alcuni reparti speciali, presso: Ospedale della Donna e del Bambino di Verona; Ospedale Fracastoro di San Bonifacio e l’Ospedale Magalini di Villafranca. Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare? In questo momento non ci sono ancora progetti, ma facciamo in modo di rispondere, il prima possibile, alle richieste che ci arrivano dagli ospedali in cui siamo presenti. Il rapporto coi primari e le caposala è quotidiano e costante, per risolvere urgenze impreviste o migliorare in generale il periodo di degenza. Ci occupiamo, quindi, non solo di intrattenere i bambini e di dare un po’ di sollievo alle famiglie, ma anche di rendere l’ospedale un luogo meno asettico e più accogliente. Negli scorsi anni, anche in piena emergenza sanitaria, abbiamo trasformato alcuni reparti in “mondi fiabeschi” grazie alle decorazioni dei corridori, delle stanze e degli ambulatori. Abbiamo allestito sale giochi, acquistando giochi ed arredi.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno?
La nostra esigenza più importante, in questo momento, è il rientro in ospedale e di conseguenza la ricerca di nuovi volontari per poter essere operativi come prima. Ciò di cui necessitiamo, quindi, sono nuove persone che si avvicinino all’associazione, vista la delicatezza della mission.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?
Ci auguriamo che la situazione sanitaria migliori, consentendoci di riprendere il nostro servizio quotidianamente e senza problemi e poter tornare a fianco dei bambini, gli adolescenti e le loro famiglie.
Stefania Tessari
puntata numero 26