Proprio in questi giorni il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha presentato la delibera con la quale potenziare la rete ospedaliera veneta, in vista di una possibile riacutizzazione del coronavirus in autunno, mettendo sul piatto 101,5 milioni di euro per interventi strutturali. Anap Verona, l’Associazione Anziani e Pensionati di Confartigianato, auspica però attenzione anche per il ritorno alla normale attività di ospedali e ambulatori per quanto riguarda visite, screening ed esami.
“Dopo tre mesi in cui ospedali e ambulatori hanno sospeso tutte le attività – sono le parole di Gianni Peruzzi, Presidente di Anap Verona –, ad eccezione delle cure urgenti e non procrastinabili, con il ritorno a una quasi normalità la Sanità rischia il collasso”.
Riprendono infatti visite specialistiche e screening e gli ospedali sono a rischio di una nuova ondata di pazienti. Malati che necessitano di riprendere controlli e test. ASL e nosocomi stanno riorganizzando le riaperture, tra mille difficoltà e con nuovi percorsi di sicurezza. Anche alcune Regioni, tra le quali il Veneto, sono intervenute per garantire al meglio l’assistenza, ma il rischio di un allungamento delle liste di attesa è comunque concreto. Tra i pazienti che maggiormente hanno bisogno di riprendere il percorso usuale di follow-up e controlli ci sono i malati oncologici.
In questi mesi di emergenza, spesso sono state interrotte chemioterapie e visite dirette. Un grande problema è anche quello degli screening preventivi: il centro studi Nomisma ha calcolato che entro dicembre saranno quasi 4 milioni gli screening oncologici che dovranno essere effettuati per mettersi “in pari” con gli anni precedenti, a causa del lockdown. Il discorso non riguarda solo l’Italia. Secondo un’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità condotta in 155 paesi, i servizi di prevenzione e cura delle malattie non trasmissibili hanno subito una grave interruzione da quando è iniziata la pandemia di Covid-19.
“Il problema è molto serio – afferma il Presidente di Anap Confartigianato Verona – e i provvedimenti presi da Regioni e ASL, non sono sufficienti, a nostro avviso, per smaltire l’arretrato. Occorrono direttive omogenee e concrete da parte del Ministero della Salute e interventi mirati da parte del Governo. Misure più strutturali e l’impiego di un maggior numero di medici e operatori sanitari, anche se questi vengono da un periodo particolarmente stressante e ai quali va tutta la nostra riconoscenza. I fondi da destinare a questo scopo devono essere la priorità perché la salute dei cittadini viene prima di ogni altra cosa. Non possiamo permetterci che, alle già numerose vittime del Covid-19, si aggiungano quei pazienti che necessitano di visite e cure a cui non viene data una risposta immediata ed efficace”.