Fuori Vittorio Sgarbi sottosegretario alla Cultura per la nota vicenda dei quadri veri o falsi o copiati, ai saluti finali il ministro stesso Genny Sangiuliano per la storia con la consulente Maria Rosaria Boccia esperta di Pompei, al Mibac alla fine vince chi sopravvive. L’importante in politica è essere al posto giusto al momento giusto. Ormai sono rimasti in due: Gianmarco Mazzi e la leghista Lucia Borgonzoni. E così tra i nomi dei possibili sostituti al posto del ministro è entrato in gioco anche il sottosegretario veronese, 64 anni compiuti da poco, studi classici al Maffei, laurea in Giusprudenza, grande manager per gli spettacoli dal vivo, amico di tutti, da Mogol a Gianni Morandi, fino al sindaco di Verona Damiano Tommasi con il quale ha condiviso le avventure della Nazionale calciatori contro la Nazionale cantanti. Lui, Mazzi, fin da ragazzino in Borgo Trento ai campetti da calcio preferiva l’ascolto dei dischi di Lucio Battisti e la passione per la musica. E per la destra giovanile. Amico di Giorgia Meloni fin dai tempi di gioventù, fedele di La Russa oggi presidente del Senato. Mazzi ha fatto una carriera tutta artistica oltre che politica fino all’elezione in Parlamento nel 2022 sotto la bandiera di Fratelli d’Italia, collegio sicuro a Padova, prima esperienza elettorale. Fino a quel momento aveva prevalso la carriera di manager e autore televisivo: è stato direttore artistico del Festival di Sanremo (forte l’amicizia con l’altro veronese Amadeus) e direttore artistico dei concerti extralirica per la Fondazione Arena come amministratore delegato di Arena Extra. È stato lui a creare , nel 1981 la Nazionale Cantanti con Gianni Morandi e Mogol, ha portato in Arena grandi nomi della musica collaborando con Celentano e Cocciante che ha cantato al suo matrimonio con Evelina Zanetti nel 2012. «Fin dai tempi del liceo classico ho cominciato a interessarmi di politica e a frequentare l’area culturale della destra che oggi fa riferimento a Giorgia Meloni ed ero militante -ha raccontato in una intervista- . Volevo reagire al fatto che se non eri allineato dall’altra parte politica non avevi diritto di parola. Fu una scelta di libertà. Io sono sempre stato un moderato e ho sempre frequentato ambienti artistici, che sono spesso politicamente dalla parte opposta. Ma ho sempre rispettato tutti e sono sempre rispettato da tutti». Ora al ministero ha la delega per le fondazioni liriche, gli spettacoli dal vivo, la musica leggera. Con Sangiuliano è stato a Verona in sopralluogo per valutare i resti della Domus romana ritrovati sotto il cinema Astra. Fedelissimo della Meloni, ritenuto un pretoriano di Fratelli d’italia forse verrà superato in curva dal direttore del Maxxi di Roma, Giuli, per la poltrona di ministro ma Giorgia sa che potrà sempre contare su Gianmarco che in silenzio sta cambiando pelle a un ministero, quello della Cultura, dove l’impronta del piddino Franceschini era ancora molto forte. Gianmarco non è Sangiuliano: garantisce serietà, competenza ma soprattutto fedeltà. E Giorgia lo sa. M . Batt.