Scuole e uffici pubblici chiusi, nella nostra città, martedì 21 maggio per la festa del patrono, san Zeno. Ma questa scadenza non vuole ricordare la sua morte, fissata il 12 aprile, né la sua nascita, ricordata l’8 dicembre, ma la solenne traslazione del suo corpo nella nuova chiesa, fatta costruire nel IX secolo dal vescovo Ratoldo e sostenuta nelle spese da re Pipino, figlio di Carlo Magno.
Questa cerimonia avvenne il 21 maggio 807, dopo che l’anno precedente era stato ultimato l’edificio sacro che avrebbe accolto il corpo del santo.
Ma si racconta nelle cronache antiche che questa traslazione fu difficile da organizzare in quanto il corpo del santo sembrava inchiodato al suolo e nessuno riusciva a rimuoverlo. Così fu deciso di chiamare i due eremiti Benigno e Caro, che vivevano in santità sulle pendici del monte Baldo sopra Malcesine, dove ancora oggi si può vedere il loro eremo.
Per la loro vita di preghiera e di penitenza, fu chiesto di tentare di sollevare il corpo del santo e di portarlo nella nuova chiesa. Benigno e Caro, già avanti negli anni, umilmente accettarono. Le cronache ci raccontano che riuscirono a sollevarlo solo con le dita e durante il viaggio verso Verona, furono accompagnati dal diavolo travestito da una merla che li mise a dura prova. Dunque, una traslazione avvolta dal miracolo. I due eremiti, poi, vedendosi fatti oggetto di venerazione da parte dei veronesi, lasciarono in breve tempo la città e ritornarono alla loro vita solitaria. Già avanti negli anni, qualche anno dopo morirono. Fra l’altro, nel primo Trecento, quando i loro corpi verranno traslati nella chiesa di Malcesine alla cerimonia interverrà nientemeno che Cangrande della Scala.
Tornando a san Zeno, il vescovo di Verona Ratoldo chiamò poi i benedettini a custodire la basilica del santo. Ad ogni modo, dal nono secolo in poi questa ricorrenza venne celebrata in modo solenne e nella Biblioteca Capitolare sono conservate anche alcune orazioni e liturgie per questo giorno. Inoltre, il 22 aprile 1423, sotto la dominazione veneziana, quando san Zeno entrò nei sigilli pubblici, il consiglio del comune di Verona decretò che i tre giorni delle solennità di san Zeno, il 12 aprile, il 21 maggio e l’8 dicembre, fossero festivi.
Di queste tre feste anche del calendario “civile”, rimase solo quella del 12 aprile ma, di recente, dal 2012, dopo varie discussioni, visto che quasi sempre il 12 aprile cadeva nella settimana di passione o nel periodo di Pasqua, è stato deciso di spostare la festività al 21 maggio.
Emma Cerpelloni