Tra i tanti bei borghi italiani di cui oggi si parla, San Giorgio in Valpolicella è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti.
È un piccolo borgo, adagiato sembra, su una collina tra pregiati vigneti ed oliveti, ed ha uno fra i panorami più suggestivi dell’intero territorio veronese.
Le numerose indagini eseguite hanno portato a considerare il probabile mescolarsi di elementi dell’edificio originale longobardo con quelli dell’edificio più moderno cristiano.
Alcuni storici ipotizzano due differenti fasi costruttive. Della prima rimarrebbe la parte posta sul lato occidentale del complesso, che rappresenterebbe così un raro esempio di basilica longobarda mentre la parte orientale verrebbe ritenuta più recente (tra il IX e il XII secolo).
Più tardi la chiesa sarebbe stata ampliata con la facciata a tre absidi, e di conseguenza avrebbe inglobato il campanile.
La chiesa presenta una pianta con lo spazio suddiviso in tre navate, con quella centrale di larghezza doppia rispetto alle laterali. L’abside centrale presenta tre monofore strombate ad arco a tutto sesto, mentre le due laterali ne hanno una sola, di simile costruzione, ma con archetti realizzati in tufo. Conci di pietra bianca assemblati con malta e disposti orizzontalmente formano il muro. Nel lato occidentale, secondo alcuni studiosi appartenente all’edificio originario longobardo, si trova un’ulteriore abside, dove è stata ricavata, già prima del 1840, la porta principale d’ingresso in stile gotico e realizzata in calcare bianco e rosso.
Il muro laterale a sud presenta due porte (di cui una murata) che comunicano col sagrato.
All’esterno del medesimo settore, a ricalcare il puro stile romanico dell’edificio, si vede dove si trovano la torre campanaria e un chiostrino.
La copertura della chiesa è composta da una teoria di dieci capriate lignee a vista che sorreggono un manto a due falde composto di Coppi in laterizio.
Il chiostro, adiacente al lato est della chiesa, viene datato ai primi del XII secolo. Dei quattro lati perimetrali formati da dei colonnati ne rimangono soltanto tre. I colonnati posti a nord e a est sono coperti da un tetto, formato da coppi e grosse tegole in pietra. Al centro è posto un rustico pozzo.
Le arcate sono a tutto sesto. Le murature presentano delle caratteristiche costruttive similari all’intero complesso. Le colonnine sono ornate da alcuni capitelli, in discreto stato di conservazione. Il lato perimetrale più interessante del chiostro è sicuramente quello posto più ad est dove il colonnato presenta quattordici archi suddivisi da un pilastro monolitico, costituito da una pietra chiara e squadrata.
Nella stessa sezione orientale, il chiostro comunica con l’antica e ormai abbandonata canonica all’interno della quale sono presenti alcuni affreschi del XIV sec.
Gli storici concordano nel considerare il campanile non posteriore alla chiesa, essendo edificato in pianta quadrata e con la sua composizione, in pietre calcaree di diversa misura appena sbozzate poste in filari orizzontali, che richiama la costruzione dei muri perimetrali della chiesa. Inoltre la pianta del campanile penetra nel perimetro della chiesa per alcuni centimetri avvalorando così la tesi che esso non possa essere stato edificato posteriormente alla chiesa.
Tiziano Brusco