Dopo sei anni riapre le porte il bar della mensa di San Francesco all’università di Verona.
Un servizio importante per gli studenti dell’ateneo scaligero, un punto di ristoro e di ritrovo molto conosciuto da chi frequenta e ha, in passato, frequentato il polo umanistico dell’Università.
“Magari è un servizio che può sembrare meno importante di altri che eroga l’ente – ha sottolineato il presidente dell’Esu, l’ente regionale per il diritto allo studio Claudio Valente – ma era un’apertura attesa dagli studenti. Come Esu è chiaro che dobbiamo garantire in primis il servizio allo studio attraverso una serie di attività ma anche questo è un servizio che qualifica l’ente, al pari dell’alloggio e dell’offerta formativa. Averlo reso fruibile dopo tutti questi anni è un motivo d’orgoglio”.
A gestirlo sarà la Elior, azienda che già gestisce le mense universitarie dell’Esu. Siamo un gruppo leader in Italia nel settore della ristorazione collettiva – afferma il direttore Riccardo Catalano – Serviamo aziende di piccole, medie e grandi dimensioni, scuole e università, strutture socio-sanitarie, forze armate e il settore dei viaggi, dei musei e del tempo libero. Grazie ai nostri 9mila dipendenti, il 67% dei quali sono donne, oggi in Italia gestiamo oltre 2.000 tra ristoranti e punti vendita e 14 cucine centrali, servendo 51 milioni di pasti l’anno preparati dai nostri 2.000 chef e aiuto cuoco. A livello mondiale, siamo presenti in sei Paesi con 109mila collaboratori, grazie ai quali serviamo ogni giorno 6 milioni di clienti in 23.500 ristoranti e punti vendita”.
Un grande gruppo per dare qualcosa in più alla nostra università.
“Abbiamo voluto organizzare un momento conviviale – sottolinea il direttore dell’Esu Giorgio Gugole – per celebrare il ritorno all’attività di un luogo apprezzato dai nostri studenti. Posso solo anticipare che questa sorta di inaugurazione sarà la prima di una serie di altre che come ente abbiamo in mente di predisporre di qui a poco. E saranno, senza nulla togliere all’importanza di questo momento, decisamente più qualificanti per quelli che sono i compiti del nostro ente”.
Mauro Baroncini