In risposta all’interrogazione presentata in Regione dalla Consigliera Anna Maria Bigon sulla gestione dell’emergenza Coronavirus presso l’ospedale Fracastoro, la Direzione dell’ULSS 9 Scaligera puntualizza che il modello flessibile, modulare e progressivamente adattabile previsto per l’Ospedale di San Bonifacio è stato dettagliato nelle “Indicazioni operative per la gestione dei casi sospetti o confermati di Covid-19 nell’Ospedale di San Bonifacio”, del 27 febbraio e riportato anche nel documento inviato in Regione il 13 marzo.
L’organizzazione intra-ospedaliera ha previsto, agli inizi del fenomeno epidemico e fino al 27 febbraio, la divisione dei pazienti in due aree Covid da tre stanze ciascuna, una in Medicina e una in Geriatria. Si è poi passati a cinque stanze dedicate nell’area “libera” della Week Surgery, per un massimo di 10 pazienti. Superata tale cifra, la cosiddetta Area Covid è stata estesa a tutta la Week Surgery, per ulteriori 21 stanze e un totale di 42 posti letto.
Successivamente, con l’evolversi della situazione epidemiologica e l’aumento del numero di casi in Veneto, si è reso necessario aumentare il numero di posti letto dell’Area Covid, occupando parte dell’Area Omogenea Chirurgica, per un totale di ulteriori 11 stanze con 22 posti letto.Si precisa inoltre che nell’area Covid come pure in tutte le aree no-Covid sono stati individuati percorsi “sporchi” e “puliti” sia per l’accesso delle persone (personale, pazienti, che hanno seguito entrate e percorsi differenti), sia per l’accesso dei beni (entrata materiale pulito e uscita materiale sporco).
Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale, preme sottolineare che non sono mai mancati. Nonostante tutte le difficoltà a livello nazionale e internazionale nel reperire DPI, infatti, la fornitura di adeguati dispositivi è stata regolare e la loro distribuzione coerente con le indicazioni emanate dal Governo, dal Ministero della Salute, dal Dipartimento della Protezione Civile, dalla Regione Veneto.