Questa raccolta di poesie (La voce a te dovuta, 1979, Einaudi) si colloca in un momento di piena maturità di Pedro Salinas, celebre poeta spagnolo. E’ un poema d’amore, un canzoniere compatto e al tempo stesso intervallato da silenzi che sono pause di respiro. Dal particolare della sua esperienza amorosa, Salinas approda all’universale del sentimento. Sua è la voce, sue le parole cristalline rivolte ad una lei che pare non esserci e che in fondo c’è, a modo suo, forse ancora più presente nell’assenza.
“Ma ora
quale esilio, che assenza
essere dove si è!
Aspetto, passano i treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.”
L’amore è vissuto come continua ricerca, tentativo costante di afferrare l’altro, che a tratti sembra unirsi e divenire parte di noi, per poi invece sfuggirci nuovamente, manifestando la sua alterità, la sua indipendenza, il suo diverso vivere l’amore.
“Il modo tuo d’amare
è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché sia io a baciarle
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.”
di G.Tom