“La nostra città deve cambiare passo e io sono pronta alla sfida, con lo sguardo alto e i piedi ben piantati a terra. Per governare ed essere davvero a servizio della comunità servono coraggio e determinazione, ma anche dialogo e solidarietà: tutte caratteristiche che la nostra Verona ha e deve riscoprire. Voglio essere un sindaco che affronta i problemi della città con lo stesso sguardo dei suoi cittadini. Per questo guardo al futuro, con gli occhi di Verona”. Così, in un auditorium della Gran Guardia gremito da circa un migliaio di persone, la candidata sindaco Orietta Salemi ha lanciato la sua campagna elettorale. Ad accompagnarla sul palco i capilista Gustavo Franchetto, Chiara Stella e Tommaso Ferrari, che la sostengono – il Pd e le civiche Verona Civica-Salemi Sindaco ed Eppur si muove -, ma anche quattro sindaci che hanno saputo vincere la sfida con il centrodestra e stanno portando esempi significativi di buon governo: Giorgio Gori (Bergamo), Matteo Ricci (Pesaro), Davide Galimberti (Varese) e Achille Variati (Vicenza). “Dopo dieci anni si è chiusa una stagione ed è il momento di ripartire”, ha spiegato Orietta Salemi, che ha lanciato anche tre prime proposte programmatiche. “Dobbiamo far tornare Verona ad essere la città dal respiro europeo che merita e può essere: per questo ci sarà una funzione dedicata in giunta o una delega all’internazionalizzazione. Dobbiamo poi proporre un disegno armonico della città. Dopo anni di interessi parziali, con quasi due dozzine di varianti urbanistiche, serve un disegno intelligente di spazi e funzioni, in un equilibrio tra interesse pubblico e opportunità private. Infine: un nuovo rapporto tra pubblico e privato. È il momento di uscire da una logica manichea e puntare a una relazione equilibrata e costruttiva. I tempi sono maturi perché il privato diventi corresponsabile di alcune scelte. Io sono pronta ad accettare la sfida”.
U. C.