Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, sarà a Verona due volte in dieci giorni: domenica 18 giugno in serata e giovedì 22 giugno. Lo ha annunciato lo stesso Salvini a Radio Padania, sottolineando che a Verona “vedere l’alleanza tra gli ex leghisti traditori e i renziani è davvero triste”. Lo ha detto in relazione all’invito al cosiddetto “voto utile” sollecitato dai dem nazionali che lascia supporre l’indicazione a sostenere Patrizia Bisinella, sostenuta dalla lista Tosi, al ballottaggio con Federico Sboarina sostenuto da Lega Nord e centrodestra. Certo è che, sottolinea “nulla è facile al secondo turno, con 40 gradi. Saranno tutti contro la Lega. La differenza la farà chi andrà a votare, chi avrà voglia di investire 5 minuti del proprio tempo per scegliere candidato sindaco. La differenza la fate voi, non io che sono uno solo”. Intanto è bufera tra Orietta Salemi e l’ex capogruppo del Pd Michele Bertucco candidato per la sinistra. “Ha una strana concezione della politica e anche dell’aritmetica”, ha detto la profe ancora ferita dalla sconfitta elettorale. “Non è vero”, ha aggiunto, “che Bertucco abbia cercato di raggiungere un accordo con il Partito Democratico. Lo dimostrano i fatti: ha tenuto per lunghe settimane in sospeso il Pd, che gli aveva prospettato un pieno coinvolgimento nella futura squadra di governo, sostenendo di voler lasciare la politica per dedicarsi alla carriera sindacale a livello nazionale. Abbiamo rispettato i suoi tempi. Per tutta risposta ci sono arrivati soltanto dinieghi e i suoi aut aut. A quel punto era inevitabile che il PD proseguisse nel percorso già tracciato, verso un’idea di partito riformista e di governo, e non accartocciato in un esclusivo ruolo di pura testimonianza. Quindi una scelta coerente che sarei pronta a ripetere. Il ‘voto utile’ citato dal suo slogan – ha replicato – è approdato là dove avevamo previsto e temuto: a un ruolo di mera testimonianza, ammesso che riesca, dato non scontato, ad entrare in Consiglio Comunale, magari sostenendo la destra benedetta da Salvini”. Anche sulla matematica, anche se lei è profe di belle lettere, la replica è durissima. “Quanto ai calcoli di Michele Bertucco”, dice, “è opportuno fare una precisazione. Alle elezioni comunali, è vero, ho ottenuto il consenso di 25.808 elettori, a fronte dei 30.555 raccolti cinque anni fa dal centrosinistra unito. Ma questo è avvenuto in un contesto di crollo dell’affluenza, con un numero di voti validi sceso da 134.294 del 2012 agli attuali 114.803 e senza l’accordo con la sinistra radicale. Infatti, in termini percentuali, il mio risultato è del 22,48% a fronte del 22,75% raggiunto da tutto il centrosinistra cinque anni fa. Al di là dei nudi numeri, mi interessa un punto politico: l’ampliamento a un elettorato moderato e riformista consentito dalle liste che mi sostenevano ha coinvolto un numero di elettori maggiore di quelli che hanno scelto le liste di Michele Bertucco. Cinque anni di sua opposizione oltranzista, spesso dettata da irrigidimenti ideologici, ha portato a un risultato inferiore a quello raggiunto in meno di due mesi di mobilitazione dalla lista Verona Civica e alla misera soddisfazione di aver consegnato Verona alla destra, oggi divisa”.