Il nuovo zar di tutte le Russie dopo aver dato il via a quella che ha chiamato un’operazione speciale, tanto per evitare la parola evasione, ha annunciato alla televisione russa che vuole “denazificare’’ l’Ucraina. Cosa significa lo capiremo in seguito. Per ora sentiamo solo chiaramente lo sferragliare dei carri armati.
L’appello di Verona Domani. Gasparato: fermiamo subito l’orrore
“Un giorno drammatico e triste. Fermiamo subito l’orrore, Verona e la sua classe politica, i suoi amministratori e parlamentari si schierino in maniera netta contro la guerra, a fianco del popolo ucraino. Esprimiamo la più ferma condanna contro ogni forma di terrore e contro questa inspiegabile ed inaccetabile spirale di violenza e di morte messa in atto da di Putin. Sollecitiamo quindi tutti i componenti dell’apparato amministrativo e politico veronese a prendere posizione per sostenere l’azione diplomatica europea e condannare ogni uso della violenza”.
Lo afferma in una nota Verona Domani. I suoi componenti condannano con forza l’attacco di queste ore da parte della Russia al popolo ucraino. Il movimento civico guidato da Matteo Gasparato esprime così la più netta censura contro ogni violenza e violazione del diritto internazionale, auspicando la fine immediata delle attività militari da parte di Putin.
“A nome della città di Verona, esprimiamo vicinanza a tutto il popolo ucraino. È il momento dell’unità e della coesione, in nome dei valori europei di pace e di libertà. Non ci interessa fare polemiche, disquisire su sanzioni, sugli effetti, comunque inevitabili e gravi per l’economia, su esponenti politici filo-atlantisti o filorussi. In un momento così delicato e grave è necessaria la massima responsabilità istituzionale, a tutti i livelli”.
I componenti di Verona Domani concludono lanciando l’appello: “Verona è città di pace, città inclusiva, che tante volte, grazie alla generosità e alla solidarietà dei veronesi, ha saputo dimostrare la sua cultura cattolica e cristiana. Verona, i suoi cittadini, i suoi rappresentanti istituzionali, si stringano accanto al popolo ucraino, condividendo con le famiglie e le persone di quel Paese che vivono nella nostra città un percorso di accoglienza per chi nelle prossime ore comincerà a fuggire da questo drammatico conflitto”.
Comencini “spara’’ sul Pd
La nostra classe politica non finisce di stupire nonostante il momento drammatico. Così il deputato della Lega Vito Comencini, membro della commissione Affari esteri trova il tempo di attaccare gli avversari. “Pd senza vergogna. Mentre la Russia invade l’Ucraina, i signori del Nazareno attaccano Matteo Salvini. Non ci vuole un genio per capire che così si mette a rischio il lavoro di tutti e che il Presidente Draghi ha bisogno di una maggioranza unita, coesa e non litigiosa quando scoppia una guerra”.
Anche le donne pronte a difendersi
“L’Ucraina si sente un popolo europeo, gli ucraini non si sentono russi. Tanto è vero che nel referendum del 1991 la maggioranza del Paese, compresi Crimea e Donbass, hanno votato per l’indipendenza dell’Ucraina che è stata riconosciuta da tutto il mondo”. Lo spiega alla ‘Dire’ Alyona Poplavska, presidente dell’associazione culturale Roskolana, nata nel 2005 a Portogruaro, provincia di Venezia, per assistere e aiutare cittadini ucraini immigrati nel territorio del Veneto Orientale e nelle zone vicine e rappresentare i loro interessi e necessità. “Certo, è vero che molti ucraini hanno parenti e amici in Russia e soffrono per questa situazione. Ma questi legami non vogliono dire che gli ucraini non sono pronti a difendere il loro Paese da quei russi che lo vogliono invadere. È brutto soprattutto per chi ha dall’altra parte parenti o amici, ma quelli che vengono a ucciderci non possono essere nostri amici”, continua Poplavska.
“Gli ucraini che sono rimasti nelle zone invase lo hanno fatto principalmente perché non hanno soldi, non hanno niente, nessun altro posto dove andare. O per via di genitori anziani o malati che era impossibile muovere. Tanti di quelli che si sono trasferiti lo hanno fatto subito oltre la linea di combattimento, per rimanere vicini alle loro case”. Insomma, “sono pronti a difendere il loro Paese, lo spirito è combattivo… L’Ucraina è cambiata molto dal 2014 e questo mi fa molto piacere. Anche le donne, dopo qualche lacrima, sono pronte a difendersi”. Infatti, parenti e amici contattati questa mattina al telefono “sono preoccupati, ma non c’è il panico”, spiega Poplavska, la cui famiglia al momento si trova a Kiev.
Chi di certo non può difendersi sono I bambini. “Vogliamo cercare di proteggere loro e le donne incinta, bisogna aiutarli perché gli uomini possano combattere tranquilli che qualcuno si sta occupando della loro famiglia”, racconta Poplavska. “Vediamo di organizzarci contattandoci a vicenda per capire come spostarsi, cosa possiamo offrire. Abbiamo tante persone Ucraine che potrebbero magari offrire ospitalità a donne e bambini. Intanto stiamo raccogliendo informazioni e dando informazioni, cercheremo di coordinare le persone che non si conoscono per poter fornire un qualche aiuto e informazioni su dove si potrebbe andare”. E qualche richiesta sarà rivolta anche alle istituzioni italiane: “ci consulteremo e formuleremo le nostre richieste concrete di collaborazione e sostegno”, afferma Poplavska.
Intanto sarà fondamentale sensibilizzare e coinvolgere la popolazione italiana, che non conosce bene l’Ucraina e la sua situazione. “Domenica stiamo organizzando una manifestazione per la pace contro l’aggressione della Russia. Ci troveremo alle 11 in piazza a Portogruaro, vogliamo spiegare agli italiani e fargli conoscere la situazione”. Infine il 4 marzo incontro dal titolo “Ucraina terra di confine’’.
Si fugge in auto dai blindati russi
In un video esclusivo che ci è stato inviato da Kiev. Le esitazioni degli alfieri filorussi
Conflitto in Ucraina, la diplomazia e la politica estera indicheranno la via da seguire, ma a livello locale cosa si può fare? E’ quello che si chiede il movimento civico Traguardi. “Innanzitutto- dicono- esprimere vicinanza alla comunità ucraina, la quarta comunità straniera a Verona, e solidarietà e accoglienza per i nostri connazionali in Ucraina e per tutti coloro che fuggono da una nazione catapultata all’improvviso nell’orrore di un’invasione militare. Ma anche abbandonare ogni esitazione sulla collocazione europea di Verona e dell’Italia, perché solo un’Europa forte può costituire un baluardo di democrazia e di pace di fronte al militarismo e al nazionalismo russo. Sono ancora tanti, e qualcuno lo abbiamo anche a Verona, i rappresentanti politici che per interesse personale e miopia si sono trasformati in alfieri di Putin, spingendo per mettere in dubbio la nostra collocazione europea a suon di propaganda e informazioni fuorvianti. È giunto il momento di affermare compatti che la nostra città e il nostro Paese non possono né vogliono farsi dettare la linea da un autocrate nemico della democrazia e dei diritti’’.
Pd. Dal canto suo il Pd esprime la piena e incondizionata solidarietà all’Ucraina aggredita militarmente dalla Federazione Russa di Putin. “Un atto vile e deprecabile- dicono- che offende la civiltà umana e riporta indietro l’Europa facendola precipitare in un pericoloso momento storico. Solidarietà e vicinanza anche a tutti i cittadini di origine ucraina che vivono a Verona’’. Sabato alle 9 presso la sede provinciale di via Valverde 66 previsto l’incontro con i rappresentanti della comunità ucraina di Verona.
Verona e Sinistra in Comune. “Crediamo- dice Michele Bertucco- che le armi non siano mai una risposta, qualsiasi sia la situazione di crisi. Ci sembrano dunque assolutamente deplorevoli le parole di politici veronesi come Stefano Valdegamberi che cercano di giustificare l’ingloriosa politica aggressiva russa e la guerra del tutto asimmetrica di fatto dichiarata all’Ucraina…Dopo due anni di pandemia, che ha colpito profondamente l’intero pianeta, una nuova guerra rappresenta l’ultima cosa di cui il nostro Paese e Verona hanno bisogno. Bisogna ricostruire, non distruggere’’.
“L’Europa deve difendere il diritto di libertà dell’Ucraina con una voce sola e con misure concrete. Perché, se non sappiamo difendere i nostri principi fondamentali oggi, non saremmo capaci di difendere noi stessi domani. E’ necessario – ha sottolineato l’europarlamentare Dem Elisabetta Gualmini – che tutta l’Europa agisca quindi in fretta e modo unitario per isolare la Russia, indebolendo innanzitutto le sue basi economiche e tecnologiche, nonché l’accesso ai mercati e alle banche, perché sia innanzitutto la società civile russa ad opporsi alla scellerata decisione di ledere i principi fondamentali della pace, dell’ordine internazionale e della convivenza civile tra popoli”.