Rossella si mette il Cai Battisti in spalla. Per la prima volta una donna alla guida del sodalizio L’associazione compie 100 anni e si regala una presidenza tutta al femminile

Come ci si sente ad essere giunti al vertice di una realtà nella quale si è cresciuti e si è tesserati da ben 18 anni? Oggi rispondiamo a questo interrogativo con un’intervista alla prima donna divenuta presidente della sezione Cesare Battisti del Club Alpino Italiano, momento storico importante per il mondo montano veronese che coincide anche con il centenario dell’associazione.
Rossella De Vecchi, 67 anni e una vita passata nel mondo scolastico, come insegnante e dirigente, ma anche allietata da una grande passione: quella per la montagna, la natura e le tematiche ambientali. E’ tesserata al Battisti dal 2005, consigliera dal 2014 e vicepresidente dal 2018, si è sempre resa partecipe dell’attività escursionistica e organizzativa, modernizzando la comunicazione e occupandosi della gestione di una realtà in continua espansione e crescita.
Prima presidente donna nella lunga storia della sezione Battisti del Cai. Sente il peso di questa responsabilità?
Il maggior peso che sento è quello di un’associazione che in questi ultimi anni è diventata un organismo complesso dal punto di vista della gestione amministrativa. Da una parte essere responsabile è una bellissima avventura, dall’altra invece è una fatica per l’impegno burocratico. Sono arrivata qui passo dopo passo ma con il tempo è cresciuta la voglia di dare una mano e per questo il mio inserimento nel Consiglio direttivo dei soci e la consapevolezza dell’aumento delle responsabilità.
Com’è nata la sua passione per la montagna e cosa o chi l’ha spinta a tesserarsi nel 2005?
La passione per la montagna mi è stata trasmessa dai miei genitori che nel primo dopo guerra si erano conosciuti e innamorati in montagna, già mio padre infatti era un tesserato del Cai. Io e la mia famiglia abbiamo sempre frequentato le montagne locali, un’ abitudine che c’è sempre stata. Il caso mi ha portato ad avvicinarmi al Cai Battisti, dove però ho trovato una ambiente stimolante che mi ha portato a compiere imprese che mai avrei immaginato.
Quali progetti ha per la sezione Cesare Battisti di Verona?
La sezione è molto ben avviata e in crescita quindi non necessità di interventi radicali, ma i cambiamenti climatici e morfologici della montagna richiedono una sensibilità nei confronti dell’ambiente che è sempre più fragile e che è importante tutelare. Siamo in un momento di aumento del numero di soci della sezione e del Cai in generale; quindi, questo afflusso di persone crea alcuni problemi come il fatto che i nuovi soci mancano di esperienza in montagna e devono quindi essere formati e guidati perciò un progetto è quello di accogliere e formare alla montagna i nuovi frequentatori.
La sua elezione a presidente corrisponde anche al centenario della sezione. Ci sono iniziative in cantiere al riguardo?
Abbiamo pensato di stampare un volume che sarà dato in omaggio ai soci e ai cittadini interessati che ha come obiettivo quello di guardare ai cent’anni trascorsi per capire come sono cambiate le condizioni della montagna e il modo di frequentarla con uno sguardo storico, antropologico, naturalistico e geografico. L’obiettivo è quello di parlare alla città della montagna veronese e degli appassionati che l’hanno praticata e hanno sviluppato l’alpinismo anche in altre zone. Hanno collaborato al testo gli storici veronesi Maurizio Zangarini e Gian Maria Varanini, lo zoologo Lucio Bonato dell’Università di Padova e i botanici del museo civico di Rovereto Alessio Bertolli, Francesco Festi, Filippo Prosser e Giulia Tomasi, il geografo Gianmarco Lazzarin, l’antropologa Anna Paini e il fisico dell’atmosfera Dino Zardi. La postfazione è stata curata dallo storico Alessandro Pastore e il testo da me e Alberto Perolo. Verrà presentato il 5 maggio alle 17 all’Accademia di Agricoltura dal docente universitario e membro del Cai Andrea Zannini.

Francesca Brunelli