C’è Nanu Galderisi con i lucciconi e non per i suoi gol. C’è Mimmo Volpati che si passa una mano sugli occhi, mentre ascolta un pezzo di cronaca di Puliero. C’è Piero Fanna “con gli occhi incerti tra il sorriso e il pianto”. E c’è Gigi Sacchetti che scuote la testa, come a dire, “non è possibile”.
C’è tutto questo e anche di più, nella sala civica di Costermano, dove i primi applausi, i più forti, sono per Roberto Puliero. “Palla lunga e raccontare” riprende così il suo cammino, con gli “eroi dello scudetto” e con un “eroe che non c’è più”.
“Lo scudetto era anche suo” dicono tutti. “Era uno di noi, perchè allora, chi lavorava vicino a noi, diventava un amico, col quale dividere gioie e sorrisi”. La gente applaude.
E continua ad applaudire loro, straordinari protagonisti di una favola senza fine. “Ce ne rendiamo conto ogni giorno” dice Gigi Sacchetti. “In realtà. io e Piero che viviamo a Verona, capiamo ogni giorno che cos’è lo scudetto per la città, per la sua gente”.
La serata corre via veloce, divertente. Gli aneddoti si sprecano. “Quella volta Bagnoli si arrabbiò di brutto” ricorda Fanna. “Quando s’arrabbiava, lo capiva subito” sorride Volpati. “Si toccava il naso, con una specia di tic, allora sapevi che stava arrivando la “bufera”.
E poi Preben e Briegel, Mascetti e Jordan, “una squadra che era forte in campo, ma era ancora più forte nello spogliatoio, con dei valori umani incredibili”. Una squadra che continua a vincere nella fantasia della gente. “Grazie, ragazzi”, dicono tutti. Tra un autografo, una foto, un selfie. Da brividi.