“Prendo serenamente atto che, come emerso dalla mozione di sfiducia presentata al Consiglio dello scorso 20 gennaio, la maggioranza dei consiglieri della Sesta Circoscrizione, mossa solo ed esclusivamente dalle ambizioni personali dei suoi vari componenti, non ha più fiducia nel mio operato. Risulta impossibile, in un tale contesto, continuare a lavorare nell’interesse del territorio. Perciò, in mancanza di qualsiasi altra motivazione che mi leghi all’istituzione che ho avuto l’onore e l’onere di rappresentare, ritengo di dovere rassegnare le mie dimissioni dalla Presidenza della Sesta Circoscrizione”. Così Rita Andriani, ribadendo “il carattere strumentale della mozione di sfiducia”, ha messo nero su bianco le sue dimissioni.
“Le motivazioni addotte dai consiglieri di centrodestra per giustificare un simile “ribaltone”, ha proseguito, “sono state ampiamente smascherate e non hanno retto alla prova dei fatti: tanto è vero che gli stessi, dinanzi al numeroso pubblico intervenuto alla seduta del 20 gennaio, non hanno saputo rispondere efficacemente agli interventi dei consiglieri PD, dimostrandosi piuttosto imbarazzati e in evidente difficoltà”.
Alla sfiducia il Pd, fa notare l’Andriani, a risposto senza scadere in sterili polemiche, ma elencando tutte le attività e i risultati conseguiti in questi due anni e mezzo di Presidenza. “Risultati”, ha aggiunto, “ampiamente riconosciuti dai cittadini e dai rappresentati delle associazioni operanti nel territorio, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto, nonostante i firmatari della mozione di sfiducia abbiano impiegato tutte le proprie energie per paralizzare il Consiglio e le relative commissioni, dimostrandosi molto più attivi sui social network che all’interno delle istituzioni chiamati a rappresentare dal voto dei cittadini. “Nonostante le dimissioni”, ha concluso, tengo a precisare che il mio impegno per il territorio non termina qui: al contrario risulterà ancora più consapevole e incisivo”. Ora spetta ai firmatari e ai votanti della mozione di sfiducia l’onere di riuscire a trovare in breve tempo un nuovo Presidente e un valido programma.