In gergo giornalistico si chiama “ballon d’essai”: consiste nel diffondere una notizia, prima che sia effettivamente tale, per tastare la reazione dell’opinione pubblica. I quotidiani filogovernativi, prestandosi alla politica di palazzo, la utilizzano da sempre, e se la pandemia ha cambiato molte abitudini (nostre, non dei politici), be’, questa è rimasta immutata. Il nuovo “ballon d’essai” è che gli anziani dovranno prolungare la propria quarantena oltre il 3 maggio: forse dovranno rimanere a casa, forse potranno uscire ma solo per una breve passeggiata attorno a casa, forse gli sarà consentito passeggiare per la città ma senza sedersi sulle panchine. I contorni non sono chiari, e d’altronde non potrebbero esserli dato che al momento i vari comitati governativi pare che abbiano ancora poche idee e ben confuse sulla cosiddetta “fase 2”. Ma intanto le possibili nuove restrizioni a danno degli anziani, che siano over 60, 65, o 70 (anche questo non è dato sapersi) sono state dato in pasto agli italiani. Gli esiti sono stati nefasti: tutti, dai giovani a chi ha molte primavere alle spalle, hanno avuto una reazione negativa. Era prevedibile. Elenchiamo alcuni motivi del perché il “ballon d’essai” è scoppiato non appena lasciato libero di svolazzare. Primo: considerare gli anziani come mentecatti sarebbe un’umiliazione senza precedenti. I nonni sono stati i più colpiti dall’epidemia, nelle case di riposo è stata una strage, e davvero a Roma pensano che i “vecchi” – come li chiama qualcuno con tono spregiativo – abbiano così tanta voglia di radunarsi in massa alla bocciofila o fare comunella al circolo della terza età col rischio di infettarsi a vicenda? Secondo: le scuole, a differenza di molti altri Paesi europei, resteranno chiuse, ma i genitori dal 4 maggio torneranno al lavoro (chi ce l’ha ancora). Bene: chi si occuperà dei figli? Terzo: molti sessantenni, che classificare come “vecchi” è a dir poco demenziale, sgobbano di più e meglio dei trentenni, sono a capo di aziende grandi e piccole, lavorano meglio ora di quando portavano i calzoni corti. Dovrebbero rimanere tappati in casa? I “vecchi” peraltro, punto numero quattro, sono il vero Welfare del Paese: in Italia, secondo le ultime statistiche che stranamente concordano tra loro, circa 15 milioni di loro aiutano più o meno direttamente figli e nipoti ad arrivare a fine mese. Lo Stato, insomma – il terzo con l’età più elevata dopo Germania e Giappone – tira avanti grazie a loro. E questo sarebbe il suo “grazie”, prolungarne l’isolamento. No, la gente si arrabbierebbe davvero stavolta. Tradotto: addio voti alle prossime elezioni, anche perché a votare sono soprattutto i nonni. Sono gli anziani, poi (punto cinque), a spendere di più: anche l’economia, in gran parte, si basa su di loro. È impensabile che il governo si accanisca contro chi più di tutti starebbe attento a non contrarre il Covid per non accelerare il percorso verso il camposanto. Ultimo punto, forse il più importante: i nonni hanno il sacrosanto diritto di vedere i nipoti. E i nipoti hanno il sacrosanto diritto di vedere i nonni.
Alessandro Gonzato