Il riso veronese chiude una stagione che, secondo Romualdo Caifa, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Verona, è la migliore degli ultimi dieci anni. Ottime rese, ottima qualità, ottimi prezzi: di più non si poteva chiedere. “Il maggio molto piovoso aveva causato un ritardo nelle semine e ci aveva impensierito – dice Caifa -. Poi invece la stagione ha preso una piega positiva. Il riso ha fatto la spiga a fine luglio, in un periodo in cui non c’era eccessivamente caldo, favorendo un raccolto abbondante come produzione, con una resa ottima che è andata dal 55 al 60%. Anche la qualità è stata eccellente, perché il riso non ha presentato macchiature e impurità, risultando molto sano. Un’annata più unica che rara, anche perché l’anno scorso il Vialone Nano valeva da 43 a 48 euro al quintale, mentre ora siamo tra i 53 e i 58. Certo, è solo l’inizio e le quotazioni possono variare, ma come partenza non è niente male. Possiamo dire senza alcun dubbio che perlomeno non abbiamo lavorato sottocosto”. Nel Veronese la produzione di Vialone Nano è attorno all’80-85%, seguita da Carnaroli (10%) e altri risi. “Il Vialone Nano resta il nostro prodotto di nicchia, che si vende soprattutto a livello locale – sottolinea Caifa -, mentre il Carnaroli non è stato finora adeguatamente valorizzato. Ora, con l’aggiunta del termine “classico”, si riuscirà probabilmente a dargli una spinta in più. Per noi è importante tenere sempre in alto la qualità: in Italia come numeri siamo piccoli, ma siamo grandi per il valore che siamo riusciti a dare alla nostra produzione: siamo i primi ad avere avuto l’igp, abbiamo la fiera del riso più grande d’Italia e una strada del riso che tanti altri nemmeno possono permettersi di sognare”.