“Rischiamo un danno irrecuperabile” Il presidente Della Bella: "Sono molto preoccupato per l'impatto che potrà avere"

«Un decreto che rischia di provocare un danno economico irrecuperabile. Perché non si è dato seguito alla volontà dichiarata solo pochi giorni fa di procedere con lockdown locali ove necessario?». Questa la domanda che Confimi Industria Veneto e Confimi Industria Verona, tramite il presidente Renato Della Bella, pongono al Governo dopo la diffusione del nuovo DPCM e la conferenza stampa del presidente del Consiglio.

Il rappresentante delle imprese manifatturiere venete (oltre 2mila le pmi rappresentate nella regione con più di 40mila addetti) incalza: «Sono molto preoccupato per l’impatto che la chiusura alle 18 di bar, ristoranti, palestre, teatri e cinema potrà avere non solo sugli esercizi per i quali è previsto un non quantificato ristoro, ma sulle intere filiere di fornitura, di cui il presidente Conte non ha fatto menzione. Sono migliaia le imprese del comparto agroalimentare, che servono principalmente il mondo della ristorazione, e dei servizi alle imprese dei vari settori merceologici che rischiano di ripiombare a “ordini zero” dopo che avevano appena ricominciato a respirare dopo mesi complicatissimi».
“È inaccettabile, prosegue, che le imprese che hanno condiviso con gli enti preposti rigidissimi protocolli sanitari, con cospicui investimenti per dotarsi di strumenti e personale in grado di applicarli e farli rispettare, adesso, in assenza di prove di contagio, siano costrette a chiudere o a vedersi ridurre il lavoro senza alcuna colpa”.
«Il rapporto con le istituzioni deve essere trasparente e leale: a fronte di regole chiare che vengono rispettate dalle imprese, deve corrispondere il rispetto per il lavoro degli imprenditori e per il loro ruolo sociale. Le imprese devono essere rispettate e supportate, non trattate come capri espiatori delle incapacità del Governo a gestire un’emergenza sanitaria che vede le principali criticità negli ospedali o nei trasporti pubblici, settori sotto la diretta responsabilità del Pubblico», evidenzia Della Bella.
Perplessità riguardano poi lo stop alle manifestazioni fieristiche, appena ripartite con ingenti investimenti, sia di fiducia che economici, da parte di operatori ed espositori, che ora si fermeranno nuovamente. «Già il Decreto precedente aveva azzoppato le fiere con programmi congressuali spinti – fa notare –. Ora verranno a mancare le poche occasioni su cui le imprese avevano puntato per ritornare a incontrarsi con la propria community e coi clienti. È l’ennesimo colpo alla fiducia, ancor più che ai conti economici”.

“Che cosa salvo”

Del nuovo decreto non si salva nulla? «Paradossalmente vedo un aspetto condivisibile, – chiosa –: la constatazione da parte del Governo che un lockdown generalizzato debba essere evitato in tutti i modi. È la conferma di quanto abbiamo dichiarato a più riprese: le fabbriche sono, dati alla mano, tra gli ambienti più sicuri rispetto al rischio di contrarre il Covid-19. In questo senso, il protocollo siglato tra noi parti sociali e Governo è uno strumento che le aziende hanno adottato con grande responsabilità, sia da parte degli imprenditori che dei lavoratori. Non è chiaro quindi perché imprese in regola con i protocolli vengano “di fatto” chiuse per legge. Uno stop generalizzato sarebbe un colpo mortale per l’economia del nostro territorio e per l’intero Paese».

L’ENTE. Confimi Industria Veneto è la confederazione regionale che rappresenta oltre 2mila piccole e medie imprese del Veneto con più di 40mila addetti. Una sinergia nata a Nordest, nel 2015, per riunire le forze delle associazioni provinciali aderenti alla confederazione nazionale Confimi Industria, tra cui Apindustria Confimi Verona e Apindustria Confimi Vicenza.