Un luogo dove ritrovarsi dopo una giornata di lavoro, con gli amici di sempre e un ottimo boccale di birra tra le mani. Questo è il Covo per il proprietario Giacomo Zanetti, che ha dovuto fare i conti con la chiusura immediata della sua attività nel periodo di lockdown, e che oggi riprende con la fedele clientela che lo accompagna da due anni a questa parte.
Come hai affrontato le prime misure di sicurezza di marzo nel tuo locale, e come hai vissuto le restrizioni nel periodo di lockdown?
Gestisco il mio pub in centro a Peschiera del Garda da 2 anni, precisamente dal 23 Marzo 2018. Essendo un locale serale/notturno ho chiuso praticamente subito durante il lockdown non sapevo quanto sarebbe durata la chiusura, e appena ho capito che sarebbe stata lunga mi sono messo a pensare come restare comunque attivo. Ovviamente la salute pubblica viene al primo posto e nei momenti di difficoltà bisogna mettere in moto l’ingegno per adattarsi alla situazione, invece di piangersi addosso. Così ho aderito ad un sito per il delivery e ho cercato di farmi comunque pubblicità. Ora non manterrò il servizio, perché la filosofia del locale è socializzare davanti ad una buona birra.
Quali difficoltà stai affrontando, ora che siamo in fase di ripartenza?
Sicuramente economiche, perché essendo in proprio non ho diritto a casse integrazioni o similari. Tuttavia con qualcosa da parte me la sono cavata, i 600 euro di bonus non sono ovviamente sufficienti perché non coprono minimamente le spese fisse di un locale chiuso in un centro storico di una città come Peschiera. In più, non avendo una proposta sul food ho dovuto spingere molto la pubblicità: le richieste maggiori sul delivery sono ad esempio pizza e hamburger, prodotti che io non tratto.
Se le misure di sicurezza che siamo tenuti a rispettare ora durassero ancora a lungo, quali conseguenze ci sarebbero nel tuo settore, e in particolare in una zona turistica come Peschiera, a tuo parere?
Sicuramente l’assenza di turisti e le limitazioni sugli accessi al locale produrranno un calo di entrate che solitamente si usano per i periodi invernali. Nel mio caso specifico, il locale piccolo e il fatto che lo gestisco da solo limita i danni. In più, la maggior parte dei ragazzi che vengono sono abituali, non offro un prodotto prettamente turistico ma abbastanza di nicchia, seppur in un mercato in crescita. Mi delude un po’ vedere le scelte che ad oggi sono state fatte dall’amministrazione comunale, che fatica a voler avere un dialogo con la categoria dei ristoratori. Soprattutto in un momento in cui Gardaland e i camping non possono trainare come gli anni scorsi il turismo, gli esercenti dovrebbero essere una risorsa da sfruttare per muovere l’economia della città, come d’altronde stanno facendo tutti i paesi limitrofi. Non da ultima la scelta di non concedere l’ampliamento dei plateatici, ma la sola concessione a chi era stata negata precedentemente. Lo trovo incoerente ma tant’è, ci beviamo su e facciamo un sorriso come al solito!
Cosa rappresenta per Lei il Covo?
Il posto è piccolo e senza nemmeno la TV, per evitare di stare a guardare la partita senza parlare con la persona a fianco. La mia idea di pub è proprio quella che se uno viene anche da solo troverà comunque qualcuno con cui parlare e farsi due risate.
Beatrice Castioni