Imprese artigiane e aziende possono chiedere il rimborso delle accise provinciali sull’energia elettrica, pagate nel biennio 2010-2011. La Corte di Cassazione, infatti, ha stabilito l’illegittimità di queste accise, attraverso la sentenza 27099 del 23 ottobre 2019. Le accise provinciali vennero poi abolite nel 2012. La sentenza ha disposto che per ottenere il rimborso dell’addizionale, indebitamente pagata, il consumatore finale (se non è Soggetto Obbligato) può agire nei confronti del fornitore. Poiché il rapporto tra fornitore e consumatore ha natura civilistica, l’azione di recupero si prescrive entro 10 anni dal pagamento dell’indebito. L’aliquota pagata in bolletta variava da Provincia a Provincia con un importo compreso tra 0,0093 €/kWh e 0,0114 €/kWh. Considerato lo scaglione di consumo mensile massimo su cui veniva addebitata l’addizionale (200mila kWh), la spesa massima che un’azienda può aver sostenuto è di circa 27mila euro all’anno. “La Cassazione ha messo un punto fermo sull’illegittimità delle accise provinciali sull’energia elettrica – ha detto Marco Perusi, dell’ufficio sviluppo Casartigiani Verona -Ora le imprese artigiane che l’hanno pagata indebitamente, possono chiederne il rimborso anche perché, in alcuni casi, si tratta di somme importanti nel bilancio di una piccola azienda”.