Raccolta rifiuti, prepariamoci alla rivoluzione con tessera, cassonetti nuovi e porta a porta. E’ il nuovo corso di AmiaVr, società di igiene ambientale, raccolta rifiuti e cura del verde che il Comune ha voluto riportare in casa, cioè in house, per un controllo più diretto e un nuovo contratto di servizio. L’obiettivo principale è recuperare efficienza nello smaltimento della raccolta differenziata: siamo diventati l’ultima città del Veneto. E questo significa perdere business, oltre che aumentare i problemi per l’ambiente.
Ma quando arriverà la vera rivoluzione per i veronesi? Quando si accorgeranno se qualcosa migliora o no? E come cambieranno le nostre abitudini quotidiane?
Roberto Bechis è il manager che da presidente di AmiaVr sta affrontando una delle più difficili rivoluzioni cittadine: rimettere l’azienda comunale in linea di galleggiamento e restituirle efficienza riconquistando la fiducia dei cittadini.
Presidente Bechis, quando i veronesi cominceranno a percepire qualche cambiamento e qualche miglioramento nella raccolta rifiuti? Quali saranno le novità principali?
“Noi abbiamo pianificato l’allargamento graduale del nuovo sistema di raccolta con i cassonetti con tessera a partire dall’autunno. Abbiamo appena chiuso il bando per cassonetti e mezzi, dipende da quando ci arriveranno. Faremo una campagna di comunicazione nelle varie zone della città. Vorremmo riuscire a completare tutto entro il 2026, un paio d’anni insomma”.
E che cosa prevede il nuovo sistema per i residenti?
“Avremo il porta a porta per plastica e carta, mentre per umido e differenziato si useranno i cassonetti di nuova generazione, con tessera. Questo nelle varie zone della città a eccezione del centro storico, che avrà un sistema specifico di raccolta perché c’è molta attività di commercio e quindi ha esigenze particolari”.
Personale anziano e tanti non idonei
Chi è in una zona servita già dal porta a porta avrà anche una tessera per poter usufruire dei cassonetti della città?
“No, perché l’obiettivo di questo cambiamento infatti è quello di incrementare la raccolta differenziata. Verona è la peggiore del Veneto con appena il 52% ed entro tre anni dobbiamo recuperare perché ce lo impone la Regione e avremo perdite economiche se non raggiungeremo gli obiettivi”.
Le zone attuali del porta a porta restano?
“Sì, in un primo tempo si pensava di eliminarle ma ho voluto, insieme con il cda, tenerle perché danno una buona performance. E queste zone saranno le ultime ad essere cambiate, portando anche qui il sistema combinato. E gli utenti di queste zone quindi dovranno utilizzare solo il porta a porta dove sono residenti, non avranno accesso ai cassonetti della città”.
Ma l’accesso ai nuovi cassonetti sarà limitato ai residenti?
“Stiamo valutando se limitare l’accesso ai cassonetti solo a chi è residente nella zona. Ci sarà il porta a porta per plastica e carta; nei cassonetti ad accesso controllato andrà conferito solo l’umido e l’indifferenziato e servirà la tessera per aprirli. Le campane del vetro resteranno uguali. Per umido e indifferenziato non credo che il cittadino voglia caricarselo in auto e andare in giro per la città in cerca di un cassonetto. Continuerà a utilizzare il servizio porta a porta”.
Ma c’è chi fa questa osservazione: il cittadino paga la Tari per tutto il territorio comunale e quindi si aspetta di poter usufruire dei cassonetti in tutta la città, non solo nel quartiere dove risiede. O no?
“La Tari si paga per la propria utenza e il servizio viene svolto in modo completo. E questo nuovo sistema è un rafforzamento del porta a porta e quindi si paga per il servizio sotto casa”.
Per il verde e lo sfalcio ora si paga?
“Non cambia nulla se il conferimento è all’isola ecologica. Inoltre ci saranno container posizionati nei quartieri in alcune giornate e qui i cittadini potranno conferire il materiale gratuitamente. Il servizio a domicilio di prelievo del verde diventa a pagamento perché comprende un trasporto ad hoc. Non è corretto che chi non ha giardino o ulivi paghi con la Tari anche il trasporto delle ramaglie altrui”.
Capitolo investimenti e rinnovo parco mezzi…
“Abbiamo appena chiuso un bando per cassonetti e nuovi mezzi che da 15 milioni grazie ai ribassi è arrivato a 12 milioni; abbiamo mezzi vetusti e dobbiamo inserire i cassonetti ad accesso controllato”.
Quali vantaggi per l’azienda in house, che può portare problemi sulle procedure come osservato da Anac per il caso di Napoli?
“Il vantaggio è che la rendicontazione è diretta: noi rispondiamo direttamente agli assessorati perché il socio di riferimento è il Comune, non passiamo più attraverso Agsm-Aim. Dal punto di vista procedurale abbiamo avuto consulenze ad hoc per fare tutto in modo corretto con un incarico che sarà di 15 anni per i rifiuti e 5 anni per il verde. Per questo ultimo stiamo regolando il nuovo contratto con il Comune”.
Nodo dipendenti: sono 600, cosa prevedete con il porta a porta rinforzato?
“Dobbiamo cercare di inserire nuove figure: abbiamo una età media molto alta e una percentuale molto alta di non idonei o parzialmente idonei. Quindi dobbiamo aumentare la percentuale di dipendenti idonei. Vedremo con i pensionamenti cosa riusciremo a fare”.