Ebbene sì, ora lo riconoscono tutti: il servizio raccolta rifiuti e cura del verde, manutenzione dei giardini e dei cassonetti fa acqua da tutte le parti. A parte il solito gioco politico del rimpallo delle responsabilità, con il centrodestra che attacca la maggioranza e il centrosinistra che replica dicendo “colpa vostra”, dal punto di vista del cittadino, che è quello che conta, arriva la conferma che Verona è una città che su questo tema è scivolata nelle posizioni di bassa classifica in Italia. Una volta l’Amia era un fiore all’occhiello della città. Adesso tutti i quartieri si lamentano, lo spettacolo dell’immondizia per strada, del porta a porta fatto a singhiozzo, dei topi che scorrazzano, del verde tenuto male sono sotto gli occhi di tutti. E questo dimostra quanto sarà in salita la strada di Amia in house, la nuova società che sarà guidata dal manager Bechis e che avrà un nuovo mandato dal Comune. Una situazione che La Cronaca di Verona aveva sollevato nella rubrica Balle di sapone mettendo in evidenza quante promesse si sono rivelate farlocche negli ultimi anni e quanto si sia degradata la situazione dei rifiuti, senza una prospettiva di soluzione. L’ultimo atto del botta-e-risposta politico è la replica del centrosinistra, con i consiglieri del Pd Segattini, Rotta e Beghini alle accuse del centrodestra. “Ai consiglieri e agli esponenti della destra veronese che periodicamente si riuniscono in conferenza stampa o vengono in Consiglio comunale per declamare la loro lista delle doglianze dobbiamo dire che non bastano sei mesi o un anno per rifarsi una verginità dopo tre lustri di governo ininterrotto, e non brillantissimo, della città”, premettono i consiglieri dem. Che ammettono onestamente: “E’ vero che lo stato attuale del servizio di igiene ambientale e di cura del verde non è all’altezza di una città come Verona. Molte aree non sono curate come dovrebbero e durante l’ultima estate il servizio ha mostrato la corda in molti punti della città. Ma vogliamo anche ricordare da dove partiamo? Da un livello di raccolta differenziata che vede Amia e la nostra città ultime nel Veneto e forse anche nel Nord Italia; da una azienda di igiene pubblica ambientale che è stata portata dalle precedenti amministrazioni letteralmente a pezzi, in cui i mezzi da lavoro non possono uscire in numero sufficiente e nei tempi dovuti perché guasti in quanto vetusti. E con un contratto di servizio del tutto inadeguato, risalente al 1999 che non permette all’azienda di rientrare dei costi”. I consiglieri del Pd ricordano quale sarà il percorso nell’immediato futuro: “Il piano industriale abbozzato dalla precedente amministrazione per riportare Amia in house, cioè sotto il diretto controllo del Comune di Verona, è carente sotto molti punti di vista. Non basta, infatti, dire che l’azienda deve fare 60 milioni di investimenti senza predisporre contestualmente anche un nuovo piano d’ambito – che ora è stato redatto – e senza concordare un nuovo contratto di servizio, di cui a breve la nuova Amia sottoporrà all’amministrazione una prima proposta. Inoltre, per finalizzare il passaggio in house questa amministrazione ha dovuto rifinanziare l’azienda trovando 5 milioni di euro a cui la precedente amministrazione non aveva pensato”. E concludono: “Quindi, sì, bisogna cambiare passo. Ma le critiche di chi oggi parla ma in passato non ha fatto quanto avrebbe dovuto fare, le rispediamo al mittente”.