Rientro a scuola sì o no? Orari d’ingresso scaglionati: basterà? I dubbi maggiori riguardano il nodo-trasporti, che sembrano purtroppo inadeguati E i presidi sottolineano: “Il pericolo è riaprire adesso per richiudere tra dieci giorni”

A quattro giorni dalla ripresa delle lezioni in presenza, anche alle superiori, non tutti i nodi sono stati sciolti e il principale riguarda, ancora una volta, la situazione del trasporto pubblico locale. All’entusiasmo della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina e degli alleati di governo, fanno da contraltare le perplessità di presidi, famiglie, sindacati e governatori. Il timore è che una ripartenza senza tutte le necessarie condizioni di sicurezza, possa tradursi in una nuova chiusura entro poche settimane.
Si parte al 50%. Al momento, l’unico punto fermo è l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, del 24 dicembre, con la quale si stabilisce che, dal 7 al 15 gennaio, la percentuale degli studenti in presenza dovrà essere del 50%, con l’obiettivo di raggiungere gradualmente il 75%, compatibilmente con l’andamento della curva dei contagi. Le modalità organizzative sono state definite ai tavoli attivati nelle Prefetture e chiusi nei giorni scorsi. Come già riferito, è di oggi l’ordinanza del Governatore Zaia (cui si è aggiunto il collega del Friuli) che di fatto chiude le scuole superiori fino al 31 gennaio.

Ingressi (e uscite) scaglionati. Il primo “nodo” che i prefetti sono stati chiamati a sciogliere, per evitare assembramenti sui mezzi di trasporto e in prossimità degli edifici scolastici, ha riguardato gli orari di ingresso e uscita di studenti e personale. «Le soluzioni, calibrate anche in modo variabile – si legge in una nota del ministero dell’Interno – prevedono: la differenziazione degli orari di ingresso e di uscita dagli istituti scolastici, articolata in due fasce (prevalentemente 8-14/10-16); la flessibilità in entrata (ad esempio, 7,45-8,00; 9,30-9,45); l’articolazione delle attività didattiche in 6 giorni, con frequenza il sabato, a turno; la riduzione a 45/50 minuti dell’“ora scolastica” e, quindi, delle singole lezioni». Ora, però, è necessario che le Prefetture comunichino alle scuole le modalità organizzative decise per i singoli territori, in modo tale che i dirigenti possano fornire indicazioni precise alle famiglie.

I dubbi dei presidi. Non solo molti Governatori sono perplessi sulla ripresa, in presenza e in sicurezza. Lo stesso stato d’animo è stato espresso dai presidi. «Purtroppo – ha dichiarato il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli – dobbiamo constatare che lo scoglio dei trasporti non è stato superato ovunque – emblematico il caso di Roma – e di questo ci renderemo conto appieno nelle prossime settimane. Il pericolo in questa situazione è che si riaprano le scuole per poi richiuderle tra quindici giorni. Il problema dei trasporti è fondamentale e in un quadro già compromesso, gli assembramenti inevitabili su pullman e treni può diventare altro elemento scatenante del virus”