La produzine industriale registra un -6,7%; gli ordini interni un -9%; gli ordini esterni -7,8% e il fatturato fa segnare -7,1%. É questa la fotografia che esce dalla ricerca presentata dall’ufficio studi di Unioncamere regionale sulla congiuntura del Veneto e di Verona. “E’ un bollettino di guerra. Una tempesta senza precedenti, la prima crisi realmente globale, e che si abbatte in modo indiscriminato su paesi ricchi e poveri. E la congiuntura tra la crisi sanitaria ed economica rende meno probabile una rapida ripresa: la domanda è crollata, ci sono grandi ‘buchi’ nelle catene di approvvigionamento globale e la crisi finanziaria coinvolge mercati e materie prime. Materie prime da cui l’Italia, come Verona dipende in modo cruciale”. Così il presidente della Camera di commercio di Verona, Giuseppe Riello. “Il 66,4% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver sospeso la propria attività per il lock down. Quasi il 60% ha modificato geografia rifornimenti. Il 18% ha modificato/convertito la produzione.
Siamo di fronte ad una rivoluzione Copernicana che non si può gestire per decreti con interventi a pioggia, occorre una pianificazione degli interventi a sostegno dell’economia, di concerto con tutte le istituzioni, Camere di Commercio incluse, e le numerose “partecipate” della galassia statale: dalla Sace all’Agenzia delle Entrate. Gli imprenditori intervistati, con almeno 10 dipendenti, non micro imprese quindi chiedono in maggioranza una maggior garanzia sui finanziamenti e solo in seconda battuta una proroga delle scadenze fiscali. Questo la dice lunga sulla rassegnazione della classe imprenditoriale che, come sempre accaduto, si fa carico della soluzione di tutti i problemi, anche quelli che non le spetterebbe risolvere”.