Le nuove limitazioni dei prossimi giorni non saranno sufficienti: serve un altro lockdown. A dirlo è il consigliere del Ministero della Salute Walter Ricciardi: «Le limitazioni decise non saranno sufficienti, è evidente. Così i contagi cresceranno ancora. Pensare di riaprire le scuole, con 20mila casi al giorno, non ha senso», ha detto Ricciardi.
Per i vaccini «bisogna essere più coordinati tra governo e regioni e accelerare l’arruolamento dei vaccinatori. Dobbiamo vaccinare almeno 20 milioni di italiani entro l’estate, facendo le iniezioni nelle palestre, nei palasport, nelle fiere. Ed entro fine febbraio dobbiamo avere immunizzato tutti gli operatori sanitari e gli ospiti delle Rsa». «La circolazione del virus è ancora intensa – osserva – questo stato di emergenza per altri sei mesi è necessario ma va colto in funzione dell’evidenza scientifica che ci dice una cosa ormai chiara: le misure per fermare la trasmissione di Sars-Cov-2 vanno mantenute in maniera coordinata sul territorio italiano e in modo comprensibile ai cittadini. Soprattutto devono essere applicate in maniera costante. Bisogna cercare di anticipare il virus, non inseguirlo. La sfida di oggi è questa».
«Non ci stiamo riuscendo» a limitare la diffusione – rileva – «le istanze che, come scienziati, rappresentiamo al ministro della Salute e che lui a sua volta rappresenta al Parlamento scontano dei compromessi al ribasso che non riescono a gestire questa situazione». Poi, «questa continua alternanza di chiusure e aperture non riesce a invertire la curva epidemica. Produce effetti blandi e non duraturi». Le nuove «misure non riusciranno a tenere sotto controllo l’evoluzione dei contagi. Non bisogna arrivare troppo tardi ai lockdown; bisogna invece avere il coraggio di farli al momento giusto. Se li fai troppo tardi, con i numeri così alti, il lockdown durerà molto di più. Oggi aspettiamo l’esito delle misure di rafforzamento, ma non le nascondo di essere molto scettico».
Il professore Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità non è d’accordo: dice che non si tratta di essere “ottimista” o “filogovernativo”, ma di dare “una prospettiva di evoluzione e indirizzo”. “L’impatto che registriamo sulla curva epidemica deriva da quello che è stato fatto nel periodo precedente il Natale – spiega -. Bisogna mantenere alta la guardia”, ma “la prospettiva c’è” e così “i segnali positivi”. Tra questi, ovviamente, l’inizio della campagna vaccinale.Parlando più in dettaglio proprio del vaccino Locatelli dice: “Cinque giorni sono ancora pochi per trarre conclusioni definitive. I numeri raggiunti dimostrano come il Paese sia stato in grado, seppur, con eterogeneità significative sul territorio, di attivare uno sforzo organizzativo e logistico non da poco. Domenica mattina eravamo a 84.000, in due giorni sono state vaccinate quasi 100.000 persone. Il mio giudizio, con tutte le cautele del caso, è positivo”.