“La situazione è drammatica, a volte tragica ed è in continuo peggioramento, necessita di assoluti interventi rapidi. In certe aree metropolitane il lockdown va fatto subito. Zona rossa a Napoli? L’avrei fatta 2 settimane fa”. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, si esprime così sull’emergenza coronavirus in Italia. “Non si possono vedere immagini di persone nelle piazze, nelle strade, sul lungomare, senza mascherina, una vicina all’altra. Vanno rafforzate le presenze di medici e infermieri dove è necessario, perché si stanno infettando medici e infermieri e stiamo perdendo le prime linee”, aggiunge.
“Servono altre “zone rosse”. E servono altri medici e infermieri”
“Bisogna che ci uniamo tutti quanti: politica nazionale, regionale, cittadini, professionisti per affrontare questa che si profila come tragedia nazionale. Persone che non possono essere curate di covid, persone che non possono essere curate per malattie cardiovascolari. E’ una tragedia nazionale annunciata, per un virus che si muove con una rapidità enorme. Serve una catena di comando unica, servono decisioni rapide”, prosegue. “Purtroppo, il ministro recepisce i suggerimenti che gli arrivano ma non tutti i suoi colleghi hannola stessa sensibilità e quindi ledecisioni non sono mai così tempestive come dovrebbero essere”.
La seconda ondata non è una sorpresa. “Le persone si rilassano, allentano la guardia e il virus risorge. Era tutto prevedibile, con il ministro il 6 aprile avevamo preparato un piano con elementi che dovevano essere recepiti dalle regioni. Alcune lo hanno fatto, molte no. E ora? Mi rendo conto che questa tragedia faccia arrabbiare i cittadini responsabili, quelli irresponsabili sono correi. Ora dobbiamo riunirci tutti e basarci sull’evidenza scientifica per decisioni rapide. Non è possibile dire chiudiamo le grandi aree metropolitane il 7 ottobre e poi questo viene fatto a 15 giorni di distanza. In 15 giorni i casi decuplicano”, prosegue.
Capitolo scuola: “Quando abbiamo riaperto le scuole, ho detto che se avessimo riaperto come Israele e Francia saremmo andati incontro a problemi seri. Bisogna presidiare tutti gli aspetti: l’arrivo a scuola, il trasporto pubblico, i protocolli all’interno della scuola, il deflusso, la comunicazione con i genitori. In Cina, milioni di studenti non hanno avuto un caso. Lì girano uno vicino all’altro senza nessun tipo di protezione perché lì i casi sono zero”.