Rette delle case di riposo: no aumenti “La difficile situazione sociale delle persone non autosufficienti ricade sulle famiglie”

Opposizione netta e ferma agli aumenti definiti inaccettabili delle rette delle case di riposo. La denuncia arriva dai tre segretari generali dei sindacati pensionati veronesi) Adriano Filice (Spi Cgil Verona), Viviana Fraccaroli (Fnp Cisl Verona) e Gianluigi Meggiolaro (Uilp Uil Verona). “Di fronte agli annunci diffusi da varie fonti riguardo agli aumenti delle tariffe nelle strutture per anziani, è imperativo sottolineare che non rimarremo impassibili. Denunciamo con forza – aggiungono – che questa difficile situazione sociale delle persone non autosufficienti sta ricadendo pesantemente sulle loro spalle e sulle famiglie. Attualmente, una persona che necessita di assistenza in una struttura per anziani si trova ad affrontare tariffe che superano i 3.000 euro al mese senza impegnativa regionale e oltre 2.000 euro con tale impegnativa. Le impegnative della Regione Veneto – secondo i tre sindacalisti – sono assolutamente insufficienti per far fronte ad una richiesta di assistenza sempre più grande e che è destinata a crescere nei prossimi anni vista la dinamica demografica. Riteniamo scandaloso e deplorevole che il Fondo regionale per la non autosufficienza non sia aumentato per affrontare la domanda che in questi mesi allunga la lista di attesa che al momento è di 1.600 persone”. Fanno presente che le difficoltà che stanno vivendo le case di riposo le famiglie degli ospiti rappresenta, peraltro, soltanto la punta dell’iceberg di una condizione sociale in via di grave deterioramento: per ogni anziano non autosufficiente che trova posto in una casa di riposo ce ne sono almeno 4 che vengono assistiti a casa: circa l’ 85% delle persone non autosufficienti vengono infatti assistiti a casa con l’ausilio dei cargiver (familiari), assistenti familiari (badanti), Adi (assistenza domiciliare integrata) e Sad (servizio di assistenza domiciliare).

LISTE D’ATTESA

Oggi sul territorio provinciale veronese in lista di attesa per entrare in casa di riposo ci sono 1.147 persone già certificate, in possesso quindi di tutti i requisiti di accesso previsti. Altre 300 persone sono in attesa di essere inserite in lista, con scheda Svama confermata (la scheda Svama è la valutazione multidimensionale della persona). Ulteriori 250 persone hanno inoltrato la domanda e sono in attesa della presa in carico. In totale la quota aggiuntiva di domanda da soddisfare ammonta quindi a quasi 1.700 persone (1.697). Sul territorio dell’azienda scaligera ci sono 52 strutture private accreditate e 19 strutture pubbliche (IPAB). Le strutture private sono gestite da enti del Terzo Settore, congregazioni religiose ed enti profit, con una media di 77 posti letto e un totale di 5.495 posti letto accreditati, che aumenteranno a 6.197 con la nuova programmazione. Nel territorio della provincia di Verona, operano 14 centri diurni per anziani non autosufficienti. L’assistenza medica è fornita dall’ULSS, con medici curanti garantendo 22 ore settimanali ogni 60 ospiti. Di fronte a tutti questi dati i sindacati dicono che non si possono accettare ulteriori aumenti delle rette delle case di riposo. “Chiediamo un intervento concreto a sostegno delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. La Regione Veneto deve urgentemente promuovere una riforma delle case di riposo”.