Respinta la proposta sul terzo mandato, la maggioranza si divide Risultati schiaccianti contro la proposta leghista che avrebbe permesso la ricandidatura di Zaia. Salvini vuole portare il dibattito in Parlamento

GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha respinto il terzo mandato per i governatori, generando una spaccatura nella maggioranza.

I senatori di Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato contro l’emendamento al decreto elettorale proposto dalla Lega, che avrebbe permesso la ricandidatura di Luca Zaia in Veneto. Il risultato è stato schiacciante: solo quattro voti favorevoli alla proposta leghista contro 16 contrari.

L’unica alleanza dei senatori leghisti è stata con Italia Viva. Le opposizioni, rappresentate da PD, M5S e Avs, si sono unite nel respingere l’emendamento. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato che il terzo mandato “non era parte del programma” di governo e ha assicurato che “non crea problemi alla maggioranza”. Tuttavia, la Lega non ha rinunciato al proprio intento. Il presidente del Veneto, Zaia, ha dichiarato che “la strada è ancora lunga”, mentre il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha avvertito che il dibattito sarà portato in Aula parlamentare, che è sovrana.

Questa mossa ha sollevato ipotesi riguardo alla possibilità che la Lega ripresenti l’emendamento in Aula. Ciò potrebbe causare ulteriori tensioni all’interno della maggioranza. Tuttavia, secondo il senatore veneto della Lega Paolo Tosato, vicepresidente della Commissione, alcuni membri del partito non sono intimoriti da questa prospettiva.

Mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia sperano che il voto in Commissione ponga fine alle dispute, mantenendo un tono pacato, ci sono segnali di divisione anche all’interno della Lega. Alcuni parlamentari, seguendo la linea del presidente del Friuli Venezia-Giulia Massimiliano Fedriga, preferirebbero evitare un confronto diretto.

Le tensioni si riflettono anche tra le opposizioni, con il PD e il M5S che criticano le divisioni interne alla maggioranza. Italia Viva, invece, si scaglia contro “l’insipienza del campo largo”.

All’interno del PD, c’era l’auspicio di ottenere un voto favorevole al provvedimento per infliggere una “sconfitta totale alla premier”. Tuttavia, dopo aspri dibattiti interni, il partito ha optato per il voto contrario, non riuscendo a mantenere l’unità interna, come sottolineato dall’ala riformista guidata dal presidente Stefano Bonaccini e sostenuto dai sindaci dem favorevoli al terzo mandato.in