Renica racconta il Maradona segreto "Solo chi lo ha conosciuto può parlare di lui. Grande in campo, ma grandissimo fuori"

“Grazie, Diego”. Alessandro Renica affida a facebook i suoi pensieri. “Mi stanno chiamando da tutto il mondo, ma non ho la forza di rispodere” dice. “Diego era un fratello, per me. Anzi, per tutti noi. Per chi l’ha conosciuto davvero, per chi ne ha apprezzato le straordinarie qualità umane. No, il campione lasciamolo stare, per quello parlano le cose che ha fatto in campo. Col Napoli e con la Nazionale. Perchè Diego, nell’86, ha vinto un Mondiale da solo…”.
Ma qui, c’entra l’uomo Maradona. “Noi che l’abbiamo conosciuto da vicino, sappiamo chi era. Il primo, sempre e comunque. Il più generoso. Il più disponibile. Lui che poteva anche fregarsene, tanto, lui era Maradona, invece no. Sempre il primo a pensare ai compagni, a lottare anche per loro. E mai una critica, mai una volta che si lamentasse per un passaggio sbagliato, per un errore. Così grande, da capire che qualche volta tu potevi anche non essere alla sua altezza”.
Renica ha confessato a facebook un episodio della sua vita privata, “perchè chi oggi ha il coraggio di criticare l’uomo Maradona, capisca davvero chi era”. “Avevo appena perso una delle mie gemelline, nate premature. Eravamo disperati. Diego mi telefonò dall’Argentina, mi disse parole così belle, che mi diede la forza di reagire. E mi disse: “Ale, io pregherò tutti i giorni per te, per la tua famiglia. Vedrai che riuscirete a superare questo momento”. Ecco, questo era Diego, il dio del calcio”.