“Da questa prima tornata di referendum regionale consultivo nascono ufficialmente due nuovi comuni: Setteville, con 5793 abitanti, dalla fusione di Quero Vas e Alano di Piave (BL), e Santa Caterina d’Este, con 2350 abitanti, dalla fusione di Carceri e Vighizzolo d’Este (PD). L’abbassamento del quorum di partecipazione ha sicuramente incentivato la partecipazione dei cittadini che hanno dimostrato interesse e adesione a questo importante istituto di democrazia diretta”.
Così l’assessore regionale al Bilancio e agli Enti locali, Francesco Calzavara, commenta i risultati del referendum regionale consultivo per la fusione che ha visto al voto otto amministrazioni locali e chiamato alle urne circa 20mila elettori.
“Questo risultato dimostra quanto sia importante continuare a ragionare sulla razionalizzazione della governance, individuando la dimensione media ottimale degli enti in grado di assicurare anche tutte le funzioni comunali – prosegue Calzavara -. Il Veneto, con i suoi 563 comuni, è la terza regione per numero di comuni, di cui 181 con meno di 3mila abitanti e in uno scenario decennale, circa 130 Comuni veneti sotto i 10mila abitanti avranno serie difficoltà ad erogare servizi efficienti sul proprio territorio. E quanto avvenuto in Veneto nell’ultimo fine settimana di ottobre è il primo piccolo passo, ma importante, per raggiungere questo risultato”.
Mentre a Polesella non è stato raggiunto il quorum (27%, con la maggioranza di “sì”) a Guarda è stato raggiunto, ma ha vinto il no, per cui non passa il referendum sulla fusione.
“Per certi versi è il risultato più sorprendente – specifica l’Assessore veneto -: nonostante ci fosse l’unanimità dei consigli comunali si è forse dato per scontato l’esito, non comprendendo anche le legittime contrarietà”.
Altro caso riguarda la fusione tra Sovizzo e Gambugliano. Mentre a Gambugliano è stato raggiunto il quorum con il 64% di sì, nel comune di Sovizzo mancano solamente 25 voti al raggiungimento del quorum, con la maggioranza di cittadini che hanno espresso il voto favorevole alla proposta di fusione (il sì è 94,17% il no 5,83%).
In questo ultimo caso, la legge regionale numero 25/1992 dà facoltà al Consiglio della Regione del Veneto di effettuare una valutazione complessiva sul referendum, in quanto hanno partecipato al referendum una percentuale non inferiore a 5 punti rispetto al quorum previsto, che si somma, peraltro, alla maggioranza di voti favorevoli alla proposta di fusione.