Così è, anche se non vi pare. Va così, il calcio di oggi, c’è poco da stare a parlare, anche se molto si potrebbe dire. Succede, nel Chievo, che mentre mister Marcolini cerca un’identità precisa, il presidente Campedelli si trovi alle prese con un autentico rebus. Un po’ sospeso tra presente e futuro, tra campionato e mercato. Il rebus ha un nome e un cognome, Emanuel Vignato. Classe 2000, considerato da mezza Italia un autentico talento. Vignato ha un contratto col Chievo che scade il 30 giugno, poi sarà libero di accasarsi dove e come vuole, affidato alle mani, abili e furbe, di Tullio Tinti, vecchio colpone del mercato. L’uomo, giusto per capire, che portò Toni al Bayern e poi anche al Verona. Proprio al Bayern, Tinti ha promesso Vignato, a costo zero. Il Bayern poteva chiudere già in estate, ma perchè pagare il costo del cartellino (il Chievo chiede giustamente almeno 5 milioni) quando tra un anno Vignato potrebbe essere libero a zero euro? Un ragionamento che non fa una grinza. Oggi il Chievo sta cercando di convincere Vignato a firmare un prolungamento di contratto, che ne bloccherebbe di fatto la “fuga”. Ma Tinti non ha alcuna intenzione di accettare la proposte della società, nè Vignato, a questo punto, ha interesse a farlo. Così come stanno le cose, il 31 gennaio, cioè a fine mercato, Vignato potrebbe già firmare per la sua nuova squadra, strappando pure un ingaggio superiore, visto che quello sarà l’unico costo. E la riconoscenza verso il Chievo? E la questione morale? Non cercate risposte che non ci sono. Il calcio di oggi è questo, prendere o lasciare…