Verona sarà hub nazionale per il nord Italia di raccolta e stoccaggio dei beni di prima necessità per l’Ucraina. Gli altri due, per il centro è il sud, saranno a Roma e a Napoli. È stata direttamente l’Ambasciata d’Ucraina a chiedere, al Ministero degli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, che Verona diventasse centro nevralgico per gli aiuti. Una scelta dovuta alla posizione geografica favorevole, che rende la città scaligera strategica sia per la raccolta che per la partenza dei beni verso le zone di guerra, sia alla disponibilità data dal sindaco appena scoppiato il conflitto.
Al Quadrante Europa, l’Inter porto già punto di deposito degli aiuti del territorio, saranno stoccate tonnellate di prodotti, dal cibo ai farmaci da banco, provenienti dalle altre regioni del nord. La Protezione civile nazionale invierà rinforzi e l’Amministrazione comunale si è già attivata per chiedere una lista di tutte le realtà che saranno poi autorizzate a prelevare i beni per portarli al confine con l’Ucraina o all’interno dei corridoi umanitari, affinchè tutto vada a destinazione. E nessun aiuto si perda per strada.
Una catena della grande distribuzione, inoltre, ha già chiesto al Comune di Verona di poter far riferimento all’hub scaligero per la raccolta benefica che avvierà presto in tutti i 140 punti vendita d’Italia, stimando di avere prodotti per riempire 5-6 tir ogni settimana.
La macchina degli aiuti, messa in moto nelle ore successive all’invasione russa in Ucraina, sta via via diventando sempre più grande e complessa. Il Comune, con la Protezione civile, ha riattivato l’Unità di Crisi proprio per far fronte alle numerose richieste ed esigenze, su fronti diversi, accoglienza dei profughi in primis.
Questa mattina la Regione, assieme ai sindaci dei capoluoghi del Veneto, ai presidenti delle Province, ai rappresentanti delle Prefetture e della Protezione Civile regionale, ha fatto il punto della situazione sugli arrivi e sulle priorità d’intervento. Si stima che potrebbero giungere in Veneto, porta d’ingresso per l’Italia, ma anche per tanti altri Paesi europei, circa 50 mila profughi, 3 mila al giorno. A Verona, all’incirca potrebbero essere 10 mila, numeri mai affrontati prima, a maggior ragione in periodo di pandemia.
Punto tamponi. Alla stazione ferroviaria di Porta Nuova è in fase di allestimento insieme con l’Ulss un centro tamponi per tutti i profughi, sia quelli che arrivano in treno, sia quelli che si fermano al Tempio Votivo con gli autobus. Sarà aperto dalle 7 alle 21 e la certificazione permetterà agli Ucraini in transito di poter poi salire su altri treni o mezzi per raggiungere differenti destinazioni. Analogo intervento è stato chiesto a Padova e Venezia.
A fare il punto della situazione, in evoluzione di ora in ora, il sindaco Federico Sboarina insieme all’assessore ai Servizi sociali Maria Daniela Maellare e al comandante della Polizia locale e della Protezione civile di Verona Luigi Altamura.