Qui sta cambiando il volto del lavoro Il sindacato a Verona conta oltre 78 mila iscritti. La relazione del segretario Veghini

E’ partito il XIX° Congresso della Cisl di Verona presso la Fiera con la relazione del segretario Cisl Verona Giampaolo Veghini. In sala il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra e della Cisl del Veneto Gianfranco Refosco. “Esserci per cambiare”. Persona lavoro, partecipazione per il futuro del Paese”: si ispira alla celebre frase di Tina Anselmi il titolo che la Cisl ha scelto per il suo XIX Congresso. Un lungo ed articolato percorso interno al sindacato di Lungadige Galtarossa, partito ai primi di ottobre in tutta la provincia con i Congressi di base nei luoghi di lavoro e nelle leghe dei pensionati, che è proseguito in tutte le Federazioni di categoria per poi concludersi con il Congresso provinciale previsto a Verona al centro congressi della Fiera nei giorni 8 e 9 febbraio. “Abbiamo avuto un grande cammino di democrazia associativa, di partecipazione e confronto, di elaborazione e riflessione che ha coinvolto ad ogni livello la nostra organizzazione, e che ci ha chiamato ad aggiornare e rafforzare i nostri strumenti per rispondere alle enormi transizioni digitali, ambientali, tecnologiche, energetiche e demografiche in atto. Dinamiche che già stanno cambiando profondamente il volto del lavoro e la composizione sociale nel nostro territorio”, ha sottolineato il Segretario della Cisl scaligera, Giampaolo Veghini. La Cisl, con i suoi oltre 78.000 iscritti e oltre 800 persone tra delegati ed agenti sociali della federazione dei pensionati, vuole rispondere a spinte potenzialmente disgreganti con la forza della propria rappresentanza, allargandola ai nuovi lavori, alle nuove marginalità occupazionali e sociali, esaltando la propria strategia della prossimità. L’idea è di stringere le maglie della solidarietà, aprirsi ai nuovi bisogni di lavoratori e pensionati, di giovani e donne, anziani, di italiani e migranti, consolidare la rete delle strutture, dei servizi secondo un’impostazione pienamente partecipativa. Impostazione con cui si vuole caratterizzare anche il rapporto con gli interlocutori pubblici e privati veronesi per costruire insieme nuove opportunità di crescita, sviluppo, coesione e innovazione attraverso un consolidato patto sociale per promuovere il buon lavoro e sostenere le fasce più deboli della società veronese.

Con la pandemia l’attività non si è fermata

“Negli ultimi 23 mesi, caratterizzati dalle restrizioni dovute alla Pandemia, l’attività sindacale non si è mai fermata. A livello locale, dove era possibile, sono state svolte assemblee sindacali, incontri, rinnovi Rsu, rinnovi di contratti integrativi. I recapiti zonali sono sempre rimasti aperti. A livello nazionale sono stati rinnovati molti CCNL, nonostante la pandemia, in molti settori produttivi abbiamo ridisegnato gli scenari dando vita a delle vere e proprie spaccature all’interno del fronte datoriale’’. E’ uno dei passaggi della relazione del segretario Veghini “È in fondo la richiesta- ha aggiunto- che facciamo alle donne e agli uomini che incontriamo: condividere un tratto di strada insieme. È questo il valore fondamentale della nostra concezione di sindacato come libera associazione di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati. Una concezione che trae il suo fondamento nel considerare la persona e il lavoro elementi inscindibili. Tutto ciò che si può dire e promuovere per la persona vale per il lavoro. Anche il lavoro è unicità, profondità, dignità, etica, libertà, solidarietà, cooperazione e progetto’’.