Sin da quando era bambino. Dai monti della Sila, con l’idea fissa di diventare un calciatore: “A partire dalle giovanili sono stato sempre sul pezzo, non perdevo mai di vista l’obbiettivo. Volevo arrivare a giocare a calcio e pensavo solo a realizzare il mio sogno”. Sono gli anni ’90 quando un
giovane Domenico Danti muove i primi passi nel San Giovanni in Fiore, e capisce cosa vorrebbe fare da grande. Il Cosenza lo porta dalle giovanili alla prima squadra e in 3 anni passano dalla serie
D alla C1. Arriva anche la serie B in piazze importanti come Reggio Calabria, Siena e Vicenza. Fino al “disastro” sportivo nel novembre 2013 con il “derby-farsa”, tra le fila della Nocerina. Più di un anno di squalifica, a cui si va ad aggiungere un altro stop di 9 mesi quando passa all’Albinoleffe, per problemi legati al suo procuratore. Una mazzata, quasi 2 stagioni senza poter scendere in campo. La
Virtus però crede in lui nonostante tutto e “Mimmo” li ripaga alla grande. Nel 2017 riparte la sua seconda vita calcistica alla corte dell’allenatore-amico Gigi Fresco.
Non poteva esserci rinascita migliore se non in una società come la Virtus, giusto?
Eh sì, mi hanno dato una seconda chance e sarò sempre riconoscente, la Virtus mi è entrata nel cuore. Qui c’è un ambiente molto familiare, ti mettono sempre a tuo agio e non ti fanno mancare nulla: è il loro modo di fare calcio. Con Gigi poi ho un rapporto speciale, per me è un amico e ci confrontiamo sempre su qualsiasi problema.
E ora state volando verso i play-off, Matelica a parte…
Dobbiamo continuare così e potremmo giocarci i playoff con squadre molto più blasonate di noi. Con grande spensieratezza, ma consapevoli di essere un’ottima squadra. Sognare la serie B non costa nulla. Non so se il campo della Virtus potrebbe ospitarla, anche se sono convinto che Gigi farebbe di tutto per riuscire a farla al Gavagnin. Sarebbe qualcosa di straordinario.
Tante società, tanti allenatori nel suo percorso e l’esperienza a Siena anche con Antonio Conte…
Conte all’epoca era un allenatore con tantissimo carisma, un bel martello. Si vedeva già che sarebbe diventato un grande allenatore. Per il resto devo tantissimo a mister Domenico Toscano, che ho avuto per più di 6 anni e con il quale è partito tutto il mio percorso calcistico.
Le è rimasto qualche rimpianto?
Sicuramente le squalifiche hanno inciso sulla mia carriera, e con l’esperienza acquisita non commetterei più certi errori. L’unico rimpianto però, quando ero a Vicenza, è quello di non aver trovato un allenatore che lasciasse spazio ai giovani. Esonerarono dopo poco Baldini con cui giocavo, e arrivò Cagni che preferì affidarsi a giocatori con più esperienza.
Mimmo Danti come si trova a Verona e cosa fa nel tempo libero?
A Verona mi trovo molto bene, è una città che mi piace e spero di rimanerci. Il tempo libero lo passo con la mia fidanzata e guardando qualsiasi partita di calcio che danno in TV (ride). Soprattutto quelle dell’Inter, anche se purtroppo mi sono perso il derby perchè stavo giocando…
Idoli calcistici?
Visto il ruolo che faccio devo dire per forza Roberto Baggio e Alex Del Piero. Due grandi campioni e soprattutto due grandi “Uomini”.
Fabio Ridolfi