L’ aggressione di Putin all’Ucraina sta cambiando rapidamente gli assetti politici del mondo ed in particolare dell’Europa. Questo lucido, grave e spietato atto di guerra ha, tuttavia, determinato una reazione comune, unita ed anche inaspettata da parte dell’Unione Europea. Sembra che l’idea degli Stati Uniti d’Europa, maturata dopo la seconda guerra mondiale, sia stia ora avvicinando.
Due sono stati gli eventi che hanno determinato questa accelerazione: la pandemia causata dal Covid19 e, appunto l’invasione dell’Ucraina da parte del “dittatore” Putin con la guerra in atto che sta minacciando la sicurezza non solo dello Stato ucraino ma anche dell’Europa stessa, se non quella mondiale nel caso di una folle degenerazione in conflitto un nucleare.
L’Ucraina diventerà il 28esimo Stato membro dell’Unione europea? Uno dei motivi che da decenni segnano le tensioni tra Mosca e Kiev è proprio “la prospettiva europea” dell’Ucraina. I sentimenti filoeuropei nel Paese sono stati alla base della rivoluzione arancione del 2004 e di quella di Piazza Maidan del 2014, due importanti tappe nella storia moderna ucraina e dei suoi tentativi di slegarsi dall’influenza russa.
Lunedì 28 febbraio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha messo nero su bianco il suo intento, firmando la richiesta formale di adesione all’Unione europea. “Credo che sia la cosa giusta, ce lo siamo meritati”, ha detto Zelensky, chiedendo ai vertici di Bruxelles di attivare una “nuova procedura speciale” che permetta allo Stato di Kiev di entrare in Ue senza dover seguire la procedura prevista dai Trattati per l’adesione.
Mentre le forze militari di Putin stanno proseguendo barbaramente nel tentativo di conquistare l’Ucraina, la questione è arrivata direttamente sui tavoli europei. “Vi vogliamo dentro”, ha subito detto la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.
Un sentimento che è stato subito condiviso anche dal Parlamento europeo, che – martedì 1° marzo – ha approvato una risoluzione con cui si impegna a lavorare per “concedere all’Ucraina lo status di candidato all’Unione Europea”.
Il risultato è stato quasi un plebiscito: 637 sì, 13 no, 36 astenuti.
Nel diritto europeo le risoluzioni del Parlamento sono atti dal valore solo politico, una sorta di dichiarazione d’intenti. L’esito del voto e le parole della presidente Metsola, al momento, rappresentano più che altro un’ulteriore presa di posizione delle istituzioni europee sul conflitto che si sta consumando sul suolo ucraino. Il percorso affinchè questo avvenga è tuttavia molto lungo ed è proprio per questo motivo che Zelensky ha chiesto “una procedura speciale” per l’ingresso nella UE. Senza una semplificazione della procedura ci vorrà davvero molto tempo, troppo tempo.