Si va verso il lockdown per Natale e Capodanno. In tutto, otto giorni di zona rossa nazionale, ma non consecutivi: dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio. Questa l’ipotesi più probabile per il nuovo Dpcm sul tavolo del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
A livello pratico, significa che – in quei giorni – bar, ristoranti e negozi rimarranno chiusi in tutto il Paese. Non solo: saranno vietati anche gli spostamenti non essenziali all’interno del Comune di residenza (le uniche eccezioni, come sempre, saranno per motivi di lavoro, di salute o di necessità improrogabile). Per uscire di casa servirà l’autocertificazione, che potrà essere richiesta e controllata dalle forze dell’ordine.
L’obiettivo è limitare al massimo i contatti sociali, così da non provocare una nuova impennata di contagi che potrebbe innescare a gennaio una terza ondata della pandemia. Anche perché, nel frattempo, la seconda non è ancora finita: i numeri migliorano, ma molto lentamente, e i decessi sono ancora altissimi (680 solo martedì).
È chiaro però che, in periodo di feste, a preoccupare di più sono i ritrovi familiari nelle case. Per questo, con l’istituzione della zona rossa nazionale, di fatto il governo mette al bando il cenone della Viglia e il pranzo del giorno di Natale per i familiari non conviventi.
Il Dpcm dovrebbe però contenere due deroghe:
la possibilità di allargare gli incontri di famiglia al massimo a due “congiunti stretti”, ad esempio genitori anziani, con la raccomandazione della mascherina;
il via libera alla celebrazione delle messe, rispettando alcuni limiti orari già in vigore per il coprifuoco.
Nessuna di queste misure riguarda invece i giorni feriali del 28, 29 e 30 dicembre, in cui dovrebbero tornare in vigore le regole della zona gialla (ristoranti aperti a pranzo, negozi tutto il giorno, coprifuoco alle 22). Non è però escluso per quelle date un passaggio in zona arancione, che impedirebbe anche di uscire dal Comune di residenza.
Se questo sarà lo scenario disegnato dal nuovo Dpcm, si tratterà comunque di un compromesso. Conte era contrario alla zona rossa, mentre i ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini e Francesco Boccia – supportati dai 5S – avrebbero voluto chiudere tutto dal 21 (o 24) dicembre fino al 6 gennaio.
Intanto, da registrare l’intervento di Walter Ricciardi, che ha parlato con toni accesi degli ospedali italiani in tempo di coronavirus e della necessità di un lockdown totale durante le festività natalizie: “Forse non ci si rende conto che siamo in una situazione di guerra. Lo ha detto anche il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo: quest’anno supereremo i 700mila morti in Italia, un record di mortalità superiore a quello del 1944. Allora la gente si rendeva conto che era in guerra perché vedeva le bombe che cadevano. Oggi i morti non si vedono, ma noi li vediamo. Ogni sera sento colleghi che mi dicono che non ce la fanno più e che non riescono più ad assistere non solo i pazienti Covid, ma anche i malati di tumore e di patologie cardiovascolari”.