Numeri da brivido quelli che, in Veneto e nelle sue splendide province, come lo è Verona, riguardano il turismo e l’economia che lo anima e che da esso viene animata. “La provincia scaligera, durante l’intero scorso anno, ha registrato un -58,4% di presenze rispetto al 2019, che equivale ad una perdita totale di 10 milioni e 526mila presenze e 3milioni 163mila arrivi, con pesanti ricadute su tutti i comparti coinvolti, tra i quali spicca l’artigianato”.
Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, commenta così i dati del rapporto 2020 della Regione Veneto, il quale evidenzia un rilevante e scontato calo delle presenze a causa del Covid-19.
“Quello che ci auguriamo – continua Iraci Sareri –, è che il nuovo Ministero dedicato esclusivamente al turismo, e con portafoglio, che in Italia mancava da più di 30 anni, ridia rilevanza a quella che, per il Veneto e il nostro territorio, è una vera e propria locomotiva economica, con numeri che da anni ci pongono saldamente ai primi posti, sia per arrivi sia per pernottamenti”.
“Negli ultimi decenni la filiera del turismo è stata relegata ad una competenza secondaria di altri dicasteri considerati più importanti – aggiunge Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto –. Ora che il comparto è in una situazione drammatica, l’avere di nuovo istituito questo Ministero nel Governo è per noi un segnale positivo e vogliamo cogliere l’occasione per metterci a disposizione perché si mettano da subito le basi per una vera ripartenza non appena sarà possibile. Un ruolo fondamentale per il confronto Governo/Regioni sarà la ‘Veneto in Action Commission’, organismo stabile di indirizzo e coordinamento anticipato nei giorni scorsi dal Presidente Luca Zaia, e al quale ci candidiamo come componenti. Da tempo infatti auspichiamo un’unica regia regionale di supporto alla programmazione ed al coordinamento di tutte le iniziative da intraprendere sul territorio. Dalla mobilità allo sviluppo delle infrastrutture, dalla promozione economica e gastronomica allo sviluppo del turismo, della cultura e dell’istruzione. Un luogo dove impostare un vero e proprio piano di marketing territoriale”.
Dal rapporto 2020 della Regione Veneto, in provincia di Verona, emerge un calo più contenuto delle presenze turistiche italiane (-34,7%) rispetto a quelle straniere (-65,8%). La particolarità dell’offerta turistica del Veronese, che mette assieme più caratteristiche di comprensorio, come Città d’Arte, Lago e Montagna, ne fanno la seconda provincia veneta ad aver subito i contraccolpi più pesanti, dopo Venezia, a causa della pandemia.
Si stima, quindi, che la crisi tagli oltre il 60% del valore della spesa turistica veneta registrata nel 2019 ed il 63% del fatturato delle imprese del settore “core” della filiera turistica che, per l’artigianato veneto, significa 16mila312 imprese (al 31 dicembre 2020) mentre per la provincia di Verona si tratta di 2.809 attività, che danno lavoro a 9.861 addetti. Le cessazioni sono state ben 202, il 13,2% sul totale dell’artigianato.
Tra i settori più colpiti, le attività ricreative, culturali e intrattenimento, che a Verona hanno registrato un tasso di sviluppo del -44,4%.
“Di fronte a questi numeri – sottolinea Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Verona – il nuovo dicastero e la commissione regionale devono lavorare per promuovere un percorso originale di sviluppo del turismo che sappia valorizzare le identità del nostro sistema di offerta”.